Non è facile fare delle previsioni su ciò che succederà da oggi alla fine del 2013 per quanto attiene al governo tecnico di Mario Monti, così come non è certamente prevedibile se egli arriverà a tale data a causa di possibili imponderabili eventi, non tanto nazionali quanto di ordine europeo. Personalmente, come ormai ho detto più volte, io penso però che l’attuale premier, sia pur con oggettive difficoltà, porterà in porto ciò che ha promesso al popolo italiano. E ciò, per due motivi. Il primo perché, al di fuori di lui, in questo momento non c’è alternativa valida e credibile sia in Italia che all’estero; il secondo, perché ove le cose dovessero andar per il loro verso, come l’Italia e l’Europa si augurano, non ci sarebbe motivo per cambiare una squadra che vince, come si usa dire.
E gli altri partiti che diranno ? Avranno poco da dire di fronte alle decisioni di una nuova sovranità popolare.
Ciò che mi par di poter dire con assoluta sicurezza è che, se non ci fosse stata l’opportunità Monti, oggi l’Italia sarebbe la…Grecia, malgrado i solidi “fondamentali” che caratterizzano il nostro paese. Non va sottaciuto poi che in soli tre mesi l’attuale governo tecnico è riuscito ad incidere fortemente verso un necessario cambio di rotta del precedente governo e che, se il buon giorno si vede dal mattino, io penso che anche la seconda parte del programma volto alla crescita potrebbe volgere al meglio, provocando le prime, seppur deboli, scintille a favore dell’economia. Del resto, non è detto che siano sempre gli stessi parametri, quelli classici per intenderci, su cui si debba necessariamente contare in quanto, proprio in considerazione di questa grave emergenza, si potrebbero attivare altri meccanismi, se vuoi anche di fantasia economica, riconducibili all’evento straordinario, che potrebbero raddrizzare la situazione in tempi accettabili: la storia infatti insegna che sono stati proprio gli eventi funesti a creare le condizioni, in tempi brevi, per rimettere a posto le cose.
Quali potrebbero essere gli antidoti per fronteggiare la situazione, non sono in grado di dirlo anche perché, Mario Monti, non ha ancora ultimato la prima fase del suo programma, dalla quale appunto poter ripartire. Di certo, ciò che è stato fatto, è davvero apprezzabile, pur tenendo conto di alcuni aspetti negativi. Per esempio, anche se le ritengo utili, non penso che le liberalizzazioni possano incidere più di tanto in direzione della crescita dell’economia, che ha bisogno di ben altro: è necessario infatti effettuare uno sgravio fiscale a stipendi e pensioni in modo da offrire la possibilità alle persone a reddito fisso di comperare e, di conseguenza, far si che le imprese producano. Se ciò fosse stato fatto qualche anno fa, non ci troveremo certo in questa condizione che, per il 2012, si chiamerà recessione.
C’è solo da sperare che in seguito non nascano disordini sociali perché tutto può disturbare il manovratore che sta facendo onestamente il suo dovere per risollevare il Paese da una china senza precedenti.
Mi azzardo in una previsione, di cui a titolo.
Sono convinto che, ove Mario Monti, dovesse riuscire nel suo drammatico intento, gli Italiani vorranno la trasformazione del governo tecnico in governo politico.
A tutti gli effetti.
Arnaldo De Porti