LA PRIVACY, IL PUBBLICO E LE PRIVATIZZAZIONI

di Scipione L’Aquilano *

Schedati, spiati, controllati nei modi e nei tempi più impensati… L’occhio dei più diversi apparati elettronici, della tv, della fotocamera integrata del cellulare, delle fotocellule di sicurezza, la voce suadente degli imbonitori… Quanti si sono accorti che sta radicalmente mutando, anche il sistema valoriale?

Con l'occhio informatico, anche chi pensava di essere sfuggito al pettegolezzo tuffandosi nell'anonimato della città, si ritrova schedato e spiato in forma esasperante. Il controllo attuale è totale, affidato agli spioni in carne ed ossa (lo stesso Orwell che ha descritto l'incubo totalitario, era uno spione che denunciava segretamente i suoi colleghi) ma specialmente alle più sofisticate tecnologie informatiche che, col generico pretesto della sicurezza, sfuggono ad ogni controllo etico e democratico.

Veniamo spiati anche per motivi di mercato: siamo bombardati come consumatori da persistenti e petulanti pubblicità. I produttori di questa campagna martellante e snervante per accaparrarsi fette di mercato, ci gettano l'amo sperando che qualcuno abbocchi. Con il risultato di essere riusciti a modificare lo stile di vita e i riferimenti valoriali di tanta gente.

Si è più disposti a mettere i fatti propri nell'arena mediatica, anzi a puntare tempo e risorse per giungere nel salotto buono della tv, regina del pettegolezzo. Migliaia di ragazzi e ragazze, indotti da genitori accaniti, sognano un debutto televisivo in qualche gioco o gara di intrattenimento. Perso il pudore del proprio corpo si è perso, anche quello dell'anima e non per una nobile causa, ma per semplice guadagno e tornaconto.

E' una strana corsa all'omologazione al ribasso. La perdita della dimensione privata personale ci consegna incauti e non resistenti ai poteri di turno: lo spettacolo, i venditori, i controllori politici e militari, i servizi segreti, il fisco, i datori di lavoro, le associazioni di ogni genere e di ogni finalità, la criminalità organizzata.

I nostri dati – con buona pace delle tante leggi sulla privacy – sono accessibili come non mai e in barba a tutte le password di questo mondo. La percezione del pubblico e privato è variata anche in economia, che spaccia la privatizzazione quale toccasana miracolistico. Tutto il patrimonio che costituiva il paese di tutti, viene smembrato e svenduto ai privati, ossia a una parte minoritaria che può disporne per nuovi guadagni. Si pensi alle pensioni, alla scuola, alla sanità, alla cultura, ai trasporti.

Si vuole ridurre al minimo le garanzie di cura e istruzione che erano considerate diritti della persona. Ora si chiamano possibilità a pagamento: più si può pagare e più si hanno tutele. Si pensa di dare ai privati anche la gestione dell’acqua e dell’ambiente: berremo se potremo comperare l'acqua. Anche la scuola è considerata area privata contrapposta al pubblico. La privatizzazione è la grande ideologia trasversale nel tempo della centralità del denaro. Pubblico e privato diventano uno snodo cruciale degli orizzonti educativi. Per coglierne pericoli e possibilità.

scipionelaquilano@gmail.com

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