Lavorare fa bene alla memoria

Una ricerca condotta in America,in Inghilterra e in 11 Paesi europei ha validato scientificamente una conoscenza largamente diffusa nella popolazione:lavorare fa bene non solo alla salute,ma anche alla memoria.
Riassumendo i risultati di questo studio:tanto prima si va in pensione tanto più rapidamente la memoria si deteriora.
Una consolazione per tutti i lavoratori,in un periodo come questo, contrassegnato dalla più grave crisi economica dal dopoguerra,che dovrà sancire in Italia la scomparsa delle pensioni di anzianità oltre a un indispensabile allungamento della vita lavorativa.
Una ricetta prescrittaci dalla Bce per evitare la bancarotta e per questo motivo tra le priorità in agenda del governo Monti.
La ricerca ha riscontrato che i pensionati ottengono risultati più bassi nei test cognitivi rispetto a chi lavora.
I test di memoria rilevano quanto i soggetti esaminati ricordino di un elenco di nomi,sia immediatamente sia a distanza di tempo dall’ascolto.
Lo studio ha evidenziato la relazione esistente tra popolazione lavorativa, nella fascia di età compresa tra i 60 e i 65 anni e performance di memoria.
Ebbene,tanto più si lavora migliori sono i risultati dei test.
Va detto però,come sottolinea la ricerca,che non tutte le attività lavorative sono stimolanti dal punto di vista mentale.
E allora,cerchiamo di lavorare il più a lungo possibile!

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