Dove troveranno i soldi?

Voglio rivendicare un merito. Due mesi fa l’Italia dei Valori, in profonda solitudine, ha sollevato con numerose interpellanze parlamentari la questione Finmeccanica. Lo ha fatto a partire non tanto dalle inchieste giudiziarie che hanno poi reso l’argomento clamoroso, e che riaprono il capitolo Tangentopoli in Italia; né a partire da rapporti tra impresa e politica, tra impresa e servizi, tra addirittura Stati e Stati – perché parliamo di carri armati, aerei, elicotteri – insomma prodotti sensibili che mettono in gioco il sistema, non il singolo rubagalline, che pure è da prendere e punire.
Ecco dunque che la nuova Tangentopoli esce in questi giorni, eppure il nostro punto di partenza non era questo. E non è questo il punto, per noi, neanche adesso. Il punto è: perché sta succedendo tutto questo ora? Perché quello di Finmeccanica non è un sistema rodato ieri e scoperto oggi. E’ un sistema che, ora lo sappiamo, era in atto da tempo.

Ecco: perché proprio oggi? Due mesi fa abbiamo provato a dare delle prime risposte. Secondo noi l’Italia, nella fase attuale di crisi finanziaria mondiale ha un bene che non ha né la Grecia, né il Portogallo e che non ha neanche la Spagna. Questo bene si chiama industria ad alta tecnologia, ad alto contenuto di innovazione. Il bene che ha l’Italia si chiama: le reti. Le reti del gas, delle telecomunicazioni e rete elettrica. Alcuni mesi fa abbiamo cominciato a sospettare che questa fosse la partita, cioè l’appropriazione della golden share, che fa capo al ministero dell’economia, delle principali aziende pubbliche: Eni, Finmeccanica, Enel.

Perché è nato questo sospetto? Perché sui giornali internazionali, in particolare inglesi, quelli che conoscono bene la speculazione, e sanno bene come ci si guadagna con la speculazione, abbiamo cominciato a leggere commenti sull’arrivo di Monti come un fatto liberatorio che permetterà di mettere in vendita questa golden share che fa capo allo Stato italiano, di mettere in vendita le reti, e permetterà ai grandi finanziatori internazionali di appropriarsi di un bene che è tecnologia, innovazione, ricerca. Finmeccanica, per esempio, oltre alle dimensioni di cui su Gli Altri abbiamo già scritto, è l’azienda in Italia e in Europa che fa più ricerca. Una azienda di Finmeccanica che è l’Ansaldo Energia, su duemila dipendenti ha mille ingegneri che provengono quasi esclusivamente da Genova, dove c’è una delle migliori università nel campo dell’energia. Quando si parla di Finmeccanica non si parla solo dell’azienda: si parla della connessione del sistema produttivo, di ricerca e universitario. Qualora l’Ansaldo Energia, che ha già un’azionista al 45%, un fondo americano, vendesse il 55% ai tedeschi della Siemens che la vorrebbero, ci troveremmo di fronte alla distruzione di Genova non solo come filiera dell’attività produttiva ma come territorio, come città.

La nostra è dunque una denuncia, la denuncia di un attacco al cuore del sistema industriale italiano. E la nostra denuncia nasce dai rumori sugli appetiti internazionali sulla nostra golden share, sulle nostre industrie. Adesso ci attendiamo un secondo passaggio e cioè che il sistema italiano venda tutto senza neanche dirlo. Come può accadere questo? Analizziamo la situazione: dalle pensioni il governo ricaverà pochi soldi, anche passando, come vuole fare la nuova ministra, al sistema contributivo per tutti, si accelera di 5 anni, per un numero limitato di lavoratori, un riconteggio della pensione. Francamente non è granchè. Le operazioni ideologiche sui licenziamenti facili, sullo Statuto dei lavoratori, come si sa portano sempre più verso lo schiavismo, ma non portano i soldi allo Stato italiano. Nell’immediato i soldi arrivano dalle privatizzazioni di reti e delle aziende municipalizzate. I francesi, i tedeschi e gli americani sono lì, pronti. I nomi delle multinazionali che girano si chiamano General Electric, che è già presente in Italia con la Nuovo Pignone, Alstom, che è già presente a Cuneo e a Milano nella ex Fiat Ferroviaria, Siemens, che come abbiamo detto, ha gli occhi puntati sull’Ansaldo energia.

Quindi, o Monti ha presentato alla Merkel un piano segreto di cui sappiamo molto poco, oppure dobbiamo chiederci da dove ricaveranno i soldi. Ecco, li ricaveranno – secondo me – da questa vendita, che non è un argomento che appassiona gli italiani, purtroppo. Se vai a dire “vendono Finmeccanica” senti il disinteresse generale, o, a sinistra, magari perfino compiacimento perché Finmeccanica produce armi. E apro una parentesi: Finmeccanica fa anche treni, centrali elettriche, impianti per fonti di energia rinnovabili, autobus ecocompatibili… e gli elicotteri si possono fare armati di mitraglie oppure attrezzati con le lettighe della Croce Rossa.

Il rischio che vedo insomma è che siamo tutti appassionatamente uniti contro la privatizzazione dell’acqua e non ci rendiamo conto che l’Italia viene presa e cacciata al ventesimo posto dei Paesi industrializzati. E non è una cosa dalla quale ci si riprende facilmente. Per costruire un Ansaldo energia, un’Alenia, una Sts, ci vogliono 20, 30 anni, non due o tre mesi. E non è il cambio di un governo che ti fa recuperare ciò che perdi.

Torniamo alla domanda: perché oggi esce tutta questa vicenda giudiziaria di Finmeccanica? Perché i dossier che erano probabilmente pronti da tempo nei cassetti emergono oggi perché utili ad accelerare questo processo di vendita. Intendiamoci, tutti quei comportamenti analizzati dalla magistratura sono deprecabili, odiosi e illegali. Ed è per questo che l’Idv, sapendo quanto è difficile mantenersi nei confini del legittimo quando si parla di consigliare un bravo tecnico ad un’azienda pubblica – e non parlo di illegalità, nel qual caso noi avremmo subito denunciato e basta – ma di un confine labile tra ciò che è, alla luce del sole, un suggerimento, e quella che può invece essere vissuta e considerata una pressione o comunque una intenzionalità che oggettivamente ti mette dentro un sistema di potere – ecco, per questo l’idv non ha mai voluto farlo, anche se abbiamo le nostre idee in materia e dei bravissimi tecnici di riferimento. Ciò a cui teniamo di più è la libertà, libertà, se ci sembra il caso, di criticare Finmeccanica. E per essere liberi non si deve essere mai compromessi, a nessun livello, con il sistema di potere. Resta il fatto però che è vero che Finmeccanica, stando a quello che abbiamo letto, ha generato un sistema illegale, da condannare, ed è vero anche che se viene reso così evidente oggi è per favorirne lo smantellamento. Non c’è un complotto del giudice. Se dovessimo cercare dei complottanti io li cercherei a Londra, non nei tribunali italiani, ma le relazioni tra la City e chi decide scientemente di orientare le speculazioni ed appropriarsi di beni come Finmeccanica beh, non è che non arrivino al sistema informativo italiano.

Pubblicato sul settimanale Gli Altri del 2 dicembre 2011

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