BERLUSCONI: No alla patrimoniale. Ragioniamo sull’IMU

“Tra tutti quelli con cui ho collaborato la persona a cui mi sento più vicino è Angelino Alfano.
Ha doti umane inarrivabili, è trasparente, leale, intelligente, determinato e mette entusiasmo nelle cose che fa e nel perseguire il bene del Paese
Ho intravisto che potesse diventare il nuovo leader del centrodestra e ho perseguito questa intuizione in tutti questi anni.

Anche noi consideriamo un governo tecnico una negazione della democrazia, ma abbiamo subito un’aggressione a tenaglia da parte dell’opposizione, della stampa nazionale, della stampa estera tale che se avessimo deciso di andare immediatamente alle elezioni, la campagna elettorale si sarebbe svolta sotto un bombardamento drammatico, insostenibile, con l’accusa di essere noi contrari agli interessi del Paese.
La Lega resta nostra alleata. Governiamo insieme tre regioni, molte province e una miriade di comuni. Bossi mi ha telefonato personalmente tutti i giorni in cui abbiamo dato il via al governo Monti. Se Pdl e Lega si dividessero alle prossime amministrative, perderemmo tutti i capoluoghi di provincia. Nessuno di noi potrà mai fare una cosa così insensata.

Non ho mai detto che il Pdl detiene la golden share sul governo Monti. Ribadisco di non averlo mai detto né pubblicamente né al presidente del Consiglio incaricato. Tuttavia la legge elettorale non è nel programma di governo, che si deve focalizzare sulle misure necessarie per la crescita, concordandole con noi.
Sono impegnato a lavorare con Angelino Alfano per preparare una straordinaria campagna elettorale. Le elezioni ci saranno quando si verificherà un evento che richiederà lo scioglimento delle Camere e nuove elezioni.
Nessuno può immaginare che io possa lasciare il paese in mano a questa sinistra. Sono a disposizione del mio partito, sono pronto a fare una campagna elettorale straordinaria.

La patrimoniale non è nel nostro programma. Inoltre farebbe diminuire del 12-15% il valore di tutti gli immobili e se il fattore psicologico si aggiungesse la situazione peggiorerebbe. Andremmo anziché verso lo sviluppo in direzione di un impoverimento dei cittadini.
Noi abbiamo abolito l’Ici e credo che gli italiani ce ne siano grati. Ma di fronte alla realtà e all’attuazione del federalismo fiscale, d’accordo con la Lega abbiamo individuato l’Imu. Su questa base potremmo discutere.”.

Silvio Berlusconi, 29 novembre 2011, presentazione del libro di Angelino Alfano La mafia uccide d’estate

ALFANO: La mafia uccide d'estate. Cosa significa fare il ministro della Giustizia in Italia

Angelino Alfano la mafia uccide d’estate

Prezzo: € 18,50
Editore: Mondadori
Pagine: 356

Il 9 maggio 2008 Angelino Alfano fa il suo ingresso a via Arenula in qualità di ministro della Giustizia del nuovo governo Berlusconi. E subito si trova coinvolto nella serie di commemorazioni delle tante persone – magistrati, preti, medici, politici, giornalisti, membri delle forze dell’ordine – cadute durante la loro eroica e implacabile lotta contro la mafia: in maggio Giovanni Falcone; in luglio Paolo Borsellino, Boris Giuliano e Rocco Chinnici; in agosto Ninni Cassarà; a settembre Carlo Alberto Dalla Chiesa, Pino Puglisi, Mauro De Mauro e Rosario Livatino…

Uccisi in anni diversi, ma sempre, curiosamente, nel corso della più lunga e calda stagione del Meridione italiano. “La mafia uccide d’estate” è l’autobiografia politica di un “antimafioso siciliano berlusconiano” e il racconto di un percorso che culmina nel triennio da Guardasigilli dedicato a fronteggiare tre grandi emergenze: la mafia, la lentezza dei processi e il sovraffollamento delle carceri. In questo libro, Alfano spiega come, attraverso gli strumenti della giustizia, anche la politica ha contribuito a combattere la criminalità organizzata, e ricorda quali azioni il suo ministero ha intrapreso per rendere efficiente il nostro sistema giudiziario e per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri. E, in particolare, si sofferma sul tentativo di attuare una riforma costituzionale della giustizia volta a favorire un armistizio tra politica e magistratura (il cosiddetto Lodo Alfano).

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