Bruxelles 14 nov. “E’ stata fatta finalmente giustizia, alla luce della pesante cappa che la mafia ha messo sull’economia siciliana, che spiega un intreccio tra una parte del sistema economico e politico e l’ala militare del sistema mafioso”. Lo dichiara Rosario Crocetta, eurodeputato del Partito Democratico, commentando la notizia della condanna a 10 anni per Di Vincenzo, ex presidente di Confindustria Caltanissetta.
“La mafia che molti ritengono da troppo tempo già liquidata, ha accantonato immense fortune, attraverso i prestanome collocati nei nostri territori, ha potuto espandersi prevalentemente nel nord Italia e all’estero. La condanna di Di Vincenzo – aggiunge Crocetta – non è uguale a quella di qualsiasi altro mafioso che chiede il pizzo o organizza traffici illeciti. E’ la condanna a un uomo che gestiva appalti, rappresentava l’imprenditoria che conta, discuteva coi vertici massimi della politica, suggeriva leggi e decisioni, interloquiva con le istituzioni.
La verità viene sempre a galla. Ci sono stati tentativi durante il processo di capovolgere la situazione. Abbiamo visto in questi mesi un Di Vincenzo quasi dimesso, persino accusatore, solo che la giustizia valuta fatti e cose e chiarisce le responsabilità; sono responsabilità che abbiamo individuato da anni, che per noi erano probabilmente semplici intuizioni, che venivano dalla nostra passione per società, dal confronto permanente coi cittadini, ma che i bravi giudici di Caltanissetta e le forze dell’ordine hanno dimostrato e provato.
Dura lex sed lex.
Non gioisco mai per i guai altrui, ma Di Vincenzo – incalza Crocetta – aveva accettato un ruolo che danneggiava il nostro territorio, la nostra economia e anche il rinnovamento che viene della società civile e dai nostri giovani, aveva stretto rapporti con coloro che si macchiano di orribili delitti, ne aveva avuto vantaggi personali. Il giudizio di una Corte non è una vendetta, ma un elemento regolatore all’interno dei rapporti di una società. Se un uomo ha sbagliato è giusto che paghi e sia di esempio a quanti, ancora oggi, pensano che coltivando rapporti con la criminalità possano trarre i giusti vantaggi.
Quando nel 2003 dissi che non poteva fare il presidente della Confindustria, ed avviammo insieme ad Antonello Montante e Marco Venturi la rivolta degli imprenditori siciliani, in molti mi dissero che ero velleitario e persino accusatorio. Dopo 8 anni, – conclude Crocetta – giustizia è fatta”.
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