Sono ore decisive per il nostro Paese

Sono ore decisive per il nostro Paese. Il governo (che di fatto non c’è) potrebbe cadere a breve. Voci sempre più insistenti, infatti, danno Berlusconi dimissionario entro la giornata di oggi.
I malumori dei ‘malpancisti’ del Pdl che minacciano di non votare la fiducia, il passaggio di Gabriella Carlucci dal Popolo della libertà all’Udc e la dichiarazione del ministro Maroni: “La maggioranza non c’è più”, tutto converge nella medesima direzione: crisi. Vedremo…
Sta di fatto che la bassissima credibilità del premier a livello internazionale e le barricate per non lasciare il palazzo, stanno costando all’Italia miliardi di euro in più di interessi da pagare sul debito pubblico.
Quindi, come ripetiamo da sempre, prima l’esecutivo lascia, meglio sarà per l’Italia e gli italiani.

Quello che segue è il diario di una giornata che potrebbe rivelarsi decisiva per la fine del berlusconismo e la rinascita – non solo economica – del nostro Paese.

Ore 15,30 – Piazza affari in altalena per le voci e le smentite sulle dimissioni del premier Berlusconi. Attualmente l'indice guadagna circa il 2%, ma resta alto lo spread fra Btp e Bund tedeschi. In mattinata il differenziale aveva raggiunto i 491 punti, per poi scendere sulle voci di dimissioni del presidente del Consiglio e tornare a salire in seguito alle smentite dello stesso Berlusconi. Ora è tornato sopra quota 470.

Ore 14,30 – Come se nulla fosse. “Il lavoro continua, siamo al servizio del Paese”. Il ministro dell'Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi, lasciando villa San Martino ad Arcore, dove ha incontrato il premier, smentisce le ipotesi circolate insistentemente sulle dimissioni di Berlusconi. “Si continua a lavorare alle ricette giuste – dice – siamo sereni e continuiamo il nostro lavoro”. Il ministro, addirittura, si dichiara “ottimista” sul futuro del governo e, assicura, “conserveremo anche stavolta la maggioranza”.

Ore 13,55 – Nonostante le voci contrastanti sulle sue imminenti dimissioni e la prova che i mercati 'tifano' per un suo passo indietro, Berlusconi non demorde e, anzi, al telefono con il quotidiano Libero rilancia: “Domani si vota il rendiconto alla Camera, quindi porrò la fiducia sulla lettera presentata a Ue e Bce. Voglio vedere in faccia chi prova a tradirmi”. Al giornale il presidente del Consiglio conferma che non ha nessuna intenzione di dimettersi.

Ore 13,25 – La borsa di Milano si muove in sincronia con le voci che arrivano dai palazzi della politica. Dopo la smentita delle dimissioni da parte dello stesso Berlusconi, infatti, Piazza Affari rallenta decisamente il passo e anche lo spread Bund-Btp torna a salire a quota 480 punti base.

Ore 13,05 – “Le voci di mie dimissioni sono destituite di fondamento e non capisco come siano circolate”. Berlusconi, a Milano per un incontro con i figli Pier Silvio e Marina e con il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, smentisce categoricamente la possibilità di un passo indietro. E Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, conferma: “Ho parlato poco fa con il presidente Berlusconi che mi ha detto che le voci sulle sue dimissioni sono destituite di fondamento”.
Il premier oggi potrebbe incontrare anche il leader della Lega, Umberto Bossi.

Ore 12, 55 – Vola la borsa di Milano sulle voci di dimissioni di Silvio Berlusconi. A metà seduta gli indici guadagnano oltre due punti e mezzo percentuali. Ad scatenare il 'Toro', le voci sempre più insistenti di imminenti dimissioni del Capo dell'esecutivo. A rafforzare questa tesi, il fatto che le altre principali piazze europee continuano a viaggiare su terreni negativi.
Si raffredda anche lo spread tra Btp decennali italiani e bund tedeschi, che questa mattina aveva sfondato quota 490 punti. Ora è sceso a 474,5 punti base.

Ore 12, 38 – “Che Silvio Berlusconi stia per cedere il passo è cosa acclarata, è questione di ore. Alcuni dicono di minuti”. Lo dice il direttore del Foglio, Giuliano Ferrara in un video pubblicato sull'edizione online del quotidiano. Sul cosa fare una volta caduto l'esecutivo Berlusconi, Ferrara afferma che “qualunque soluzione mascherata di emergenza che non siano le elezioni subito è inutile”.
Su Twitter, invece, il vice direttore di Libero, Franco Bechis, ha scritto che il vertice Pdl di domenica sera si è chiuso con l'intesa che entro oggi Berlusconi “annuncerà” le dimissioni e proporrà un “governo Letta”.

Ore 12,00 – “Prima di votare un governo tecnico o d'emergenza io voglio sapere cosa intende fare”. Antonio Di Pietro, è contrario ad “affidare a una faccia pulita come Mario Monti il lavoro sporco”, ossia “la macelleria sociale annunciata da Berlusconi”. Quindi “prima si va alla elezioni meglio e'”. L'Idv, sottolinea Di Pietro, è “disponibile a far quadrare i conti intervenendo sul 10% di italiani che hanno fatto i furbi ed evaso il fisco”.
Il leader Idv è scettico sull'ipotesi di un governo di transizione. “Mi auguro che al più presto i cittadini siano messi in condizione di scegliere un nuovo governo politico”, ha detto rispondendo ai cronisti alla Camera. “E' impensabile che un governo possa reggersi su una maggioranza di 4-5 transfughi da sinistra a destra o viceversa”, ha assicurato, “non è scambiando l'ordine degli Scilipoti che cambia il risultato”. Questo vale anche per un esecutivo tecnico che per Di Pietro avrebbe senso solo se avesse un compito preciso e limitato. Quanto all'ipotesi di mozione di sfiducia, “nei fatti la sfiducia c'è già, nei numeri lo verificheremo solo quando ci sarà una maggioranza che sia davvero tale”.

Ore 11,45 – Se domani alla Camera la maggioranza e il governo non avranno i numeri nel voto sul Rendiconto dello Stato “ci sarà grande fuga dal Pdl”. Lo ha detto Isabella Bertolini, deputato del Pdl e firmataria con altri colleghi di partito della lettera degli 'scontenti', nel suo intervento alla trasmissione 'La telefonata' su Canale 5. La Bertolini è convinta della necessità di ''aprire un tavolo con l'Udc'' con l'obiettivo di allargare la maggioranza e si aspetta da Berlusconi “un passo avanti, un'iniziativa politica”.

Ore 11,15 – La sorte del governo sembra essere sempre più in bilico. “Nel passaggio da un governo all'altro gli impegni assunti non cambiano, continuano: si chiama principio della continuità amministrativa”. La dichiarazione, riferita ai fondi strutturali per il Sud, è del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, che tuttavia si affretta a precisare: “Non è che lo stia auspicando” riferendosi a ipotetici eventi sulla sorte dell'esecutivo Berlusconi, e sottolineando ancora: “Ammesso che eventi ce ne siano”.

Ore 10,30 – Piazza affari riduce le perdite, ma il nostro debito pubblico è sempre sotto il tiro della speculazione, per la scarsa fiducia nelle capacità del governo di mantenere gli impegni assunti con l’Europa: spread e tassi sono sempre ai massimi.

Ore 9,00 – La borsa di Milano apre in forte ribasso. Soffrono i titoli bancari, ma anche Mediaset per le voci sulle tensioni nella maggioranza di governo, guidata dal suo primo azionista, Silvio Berlusconi. Lo spread con il bund tedesco segna il nuovo record a 490 punti base. Record storico anche per i tassi, al 6,66%, ben oltre quindi il 6,50%, soglia considerata da molti analisti il punto di non ritorno.

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