Che questo governo sia attaccato alla canna del gas non lo diciamo da oggi. Siamo stati i primi, sin dai provvedimenti di inizio legislatura, quando Berlusconi andava in giro dicendo che la crisi era un’invenzione della sinistra, a mettere in guardia dai pericoli che correva la nostra economia. Man mano siamo stati sempre meno soli a parlare di inadeguatezza delle misure del governo. Poi anche Confindustria ha cominciato a scalpitare. Oggi Emma Marcegaglia, ha sferrato all’Esecutivo un attacco durissimo.

Al momento in cui scrivo, sono circa le 18, le dichiarazioni della presidente dell’associazione degli industriali, sono sulle agenzie e sui principali siti web da ore e nessuno, sottolineo nessuno, della maggioranza o del governo, si è sognato di dare uno straccio di risposta. Sono tutti impegnati a farsi la guerra l’un con l’altro.

E’ questo il governo che deve dare risposte al Paese? Confindustria non ha chiesto, la Marcegaglia lo ha spiegato bene, piccoli incentivi per sopravvivere. Ha fatto invece un discorso di respiro molto più ampio e, almeno in linea teorica, del tutto condivisibile.

Insieme ad altre associazioni gli industriali presenteranno un manifesto per l’Italia che contiene alcune misure per rilanciare la nostra economia, troppo sbilanciata a tutelare banche e interessi finanziari piuttosto che lavoratori e imprese che stanno subendo la crisi senza averla provocata.

C’è una frase, nel suo discorso di questa mattina all’assemblea degli industriali toscani a Firenze, che rappresenta il punto di non ritorno nelle relazioni tra governo e imprese: “Siamo pronti a scindere le responsabilità di Confindustria da quelle del governo”. Siamo, vado a memoria, al punto più basso delle relazioni tra le due parti nella storia della Repubblica.

La Marcegaglia ha fatto anche appello alle forze responsabili del Paese e, poiché l’Italia dei Valori si sente tale, è giusto dare una risposta.

Siamo pronti a collaborare per far uscire l’Italia dalla crisi in cui è precipitata. Chiediamo alla Marcegaglia soltanto di mantenere la promessa di non utilizzare l’articolo 8 approvato dall’ultima manovra. Se questa promessa verrà mantenuta, come importante atto necessario a creare un forte clima di coesione tra imprese e sindacati, l’Idv è pronta a rilanciare le proprie proposte e a discutere quelle delle industriali per arrivare, se ce ne saranno le condizioni, a un punto di convergenza. Confindustria conosce bene quello che pensa l’Italia dei Valori. Noi abbiamo le idee chiare. E, tanto per fare qualche esempio, ci dica cosa ne pensa della nostra proposta di ridurre i costi della politica, se vuole rivedere la legge 30 per trasformare il lavoro precario in lavoro flessibile, se considera la lotta all’evasione fiscale uno dei punti cardine per il reperimento delle risorse che servono al nostro Paese, se è disposta a collaborare a un grande processo di liberalizzazioni.

Aspettiamo con interesse di leggere il manifesto per l’Italia. Il nostro Paese è a una svolta. Da una parte c’è il governo che perde tempo in guerre intestine o a difendersi dai processi. Dall’altra c’è una società civile che ha capito il rischio che sta correndo il Paese e cerca di contribuire alla ricerca di soluzioni per evitare di fare la fine della Grecia. L’Italia dei Valori fa e vuole continuare a fare la propria parte, ha già le sue dettagliatissime proposte presentate in Parlamento e vuole metterle a disposizione di tutte le forze responsabili: partiti, associazioni, movimenti. Salvare l’Italia si può, ma il tempo sta per scadere.