Contenuti e comportamenti della Chiesa

Corrado Augias scrive su La Repubblica del 22 settembre: “Abbiamo la Repubblica e abbiamo lo Stato Vaticano; non di rado queste due entità interferiscono e si sovrappongono. Monsignor Rino Fisichella (incaricato dal Papa di guidare la “nuova evangelizzazione”) nel suo libro Identità dissolta (2009) lo ha teorizzato così: «In virtù del suo essere democratico, lo Stato non solo deve accettare di confrontarsi con la Chiesa ma deve anche saperne accogliere – solo in un secondo momento temperandole – le eventuali ingerenze…La Chiesa invece, richiamandosi a principi che hanno origine superiore a quella umana, non potrebbe mai accettare una qualsiasi ingerenza dello Stato sui propri contenuti». Si riproduce, in termini contemporanei, il principio vigente in altre epoche: il Papa obbedisce a Dio…”. Il ragionamento di monsignor Fisichella non fa una piega. Tutte le chiese potrebbero farlo. Ed anch'io potrei farlo. Sono persuaso di conoscere la volontà di Dio. Sono persuaso di seguire la sua volontà. Potrei mai accettare critiche da chicchessia? Bisogna distinguere, però, tra contenuti e comportamenti. E riguardo a questi, la Chiesa dovrebbe umilmente accettare ingerenze, giacché, per sua stessa ammissione, non sempre ha seguito la volontà di Dio. E del resto la storia lo dimostra chiaramente. Dovrebbe accettare ingerenze quando, per fare un esempio, anziché servire a Dio, serve a mammona (Mt 6,24).

Renato Pierri

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