Di Pietro difende la candidatura del figlio

“Non è andato a fare il Trota di turno, prima ha fatto la sua trafila”CommentaAntonio Di Pietro non ci sta ad essere accusato di nepotismo in seguito alla candidatura del figlio alle regionali del Molise e in un videomessaggio pubblicato sul suo blog spiega perché “Cristiano non è un qualunque figlio di papà senza esperienza politica”ma uno che ha fatto la sua trafila. “Credo che, quando vengono poste domande del genere, un politico abbia il dovere di rispondere. Mi rivolgo in particolare, confermandogli tutto il mio affetto, agli iscritti al circolo IdV di Termoli, che hanno posto la questione”, afferma il presidente dell'Italia dei Valori.”A Montenero di Bisaccia abbiamo candidato Cristiano non perché è un figlio di papà senza esperienza politica. Ha dovuto fare, e deve continuare a fare, la trafila come tutti gli altri iscritti all'IdV. Non si è svegliato una mattina per trovarsi candidato. Quando abbiamo creato il partito, dieci anni fa, si è rimboccato le maniche anche lui e ha contribuito a costruirlo”, assicura.”Non è andato a fare il 'trota' di turno – aggiunge – con un'elezione sicura in Parlamento, o in qualche listino regionale o in qualche assessorato. Si è candidato come consigliere comunale e l'ha fatto per cinque anni, senza diventare assessore nemmeno quando era in maggioranza. Poi si è candidato al consiglio provinciale e ha fatto il consigliere provinciale per altri cinque anni.Adesso si candida per andare a fare il consigliere regionale, se i cittadini lo vorranno. Perché sia chiaro: sono state e sono tutte elezioni in cui Cristiano deve chiedere la preferenza sul suo nome, non sul mio. Non va nel listino o nella lista bloccata. E' stato trattato come tutti. Ha fatto la trafila come tutti”. “Da dieci anni, e anche oggi – conclude – attacca manifesti e raccoglie firme per i referendum come tutti gli iscritti all'Italia dei Valori. Non è che se una persona è figlia di un leader politico perde i diritti politici. Non devono esserci favoritismi. Non devono esserci spintarelle o scorciatoie. Ma se comincia dal consiglio comunale e va avanti chiedendo il consenso degli elettori, non gli si può negare il diritto di partecipare. Per questo, amici di Termoli, vi chiedo di lavorare tutti insieme per liberare il Molise dal Berlusconi locale”.
19 settembre 2011Redazione Tiscali

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