Il Direttivo dei giornalisti precari mi ha inviato il seguente messaggio che io giro ad altri colleghi, ma anche all’attenzione della pubblica opinione

Ciao a tutti!

Come saprete il 7 e 8 ottobre a Firenze si terrà un convegno per lanciare la “Carta di Firenze”, documento deontologico elaborato dall'Ordine dei giornalisti e dalla FNSI che pone al centro (e finalmente!) il problema del precariato nel giornalismo.

“Re:fusi” in collaborazione con il coordinamento romano “Errori di stampa” lancia una campagna su Facebook in occasione del lancio della “Carta di Firenze”: il 7 e 8 ottobre facciamo lo “sciopero dei lettori” per dare un segnale forte contro il precariato dei giornalisti. Iscrivetevi alla pagina Facebook [cliccando qui], cliccate su “mi piace” e condividete la pagina invitando i vostri amici. Solo raggiungendo un largo consenso potremo far uscire la questione del precariato giornalistico dal recinto degli “addetti ai lavori”. Facciamola diventare una questione di democrazia:
UN’INFORMAZIONE PRECARIA = UNA DEMOCRAZIA PRECARIA.

Vogliamo raggiungere migliaia di adesioni, in modo che in quei giorni di ottobre diventi VISIBILE a livello di opinione pubblica il problema della mancanza di tutele per i collaboratori, co.co.co, atipici, precari. Sotto incolliamo il testo riprodotto nella pagina Facebook (e le immagini a corredo :). E' davvero importante che ognuno di noi aderisca alla pagina e la condivida sul suo profilo: l'obiettivo è l'effetto-valanga!

Il direttivo di Re:fusi

550.000 €
[stipendio annuo del direttore del Tg1 Augusto Minzolini (spese extra escluse)]
662.000 €
[reddito lordo 2010 di Michele Santoro in Rai]
1.200.000 €
[reddito lordo 2010 di Bruno Vespa in Rai]
7.489 €
[reddito medio annuo giornalista con contratto co.co.co (2009, Veneto)]
1 Minzolini = 73 precari
1 Santoro = 88 precari
1 Vespa = 160 precari

Lo sapevate che i giornali italiani, ogni giorno, sono scritti per più della metà da giornalisti precari, non contrattualizzati, lavoratori “a cottimo” pagati un tot a pezzo pubblicato, e non pagati se il pezzo non viene pubblicato?
Lo sapevate che tutti i giornali locali, ma anche quelli nazionali non scherzano, vivono grazie ai precari che, ogni giorno, corrono da una conferenza stampa all’altra, ma spesso non hanno diritto a un rimborso per la benzina? Per non parlare di tutele per la maternità e la malattia, che semplicemente non esistono?
Lo sapevate che se i “freelance” – ma è meglio dire “precari dell’informazione” – scioperassero per un giorno, i giornali uscirebbero pieni di “buchi” e pagine bianche?
Ma non possono farlo, perché nei loro confronti non è prevista nessuna tutela rispetto al possibile “licenziamento”, ma è meglio dire “cessazione unilaterale della collaborazione”.
Abbiamo pubblicato qui sopra gli stipendi di giornalisti noti della Tv, confrontati con il guadagno medio di un precario. Abbiamo scelto nomi famosi della Rai perché i loro compensi sono pubblici, mentre non conosciamo quelli delle “grandi firme” della carta stampata. Ma le proporzioni crediamo non siano molto diverse.
Nella maggior parte dei quotidiani i collaboratori vengono pagati da 5 a 25 euro lordi per un pezzo pubblicato: un articolo può comportare ore di lavoro al computer, spostamenti con mezzi propri, telefonate a carico del collaboratore. Non c’è nessuna corrispondenza tra la “fatica” fatta e il pagamento: un articolo costato ore di lavoro può ridursi sulla pagina a una “breve”, se nel frattempo è “salita” una notizia più importante.
La carta stampata riceve centinaia di milioni di euro di contributi dallo Stato ogni anno, ma lo Stato non chiede agli editori in cambio di garantire compensi minimi e tutele contrattuali ai collaboratori.
Venerdì 7 e sabato 8 ottobre diciamo BASTA!
Per due giorni saranno i LETTORI italiani a fare sciopero.
Smetteranno di comprare i giornali, per lanciare un segnale forte e chiaro:
UN’INFORMAZIONE PRECARIA = UNA DEMOCRAZIA PRECARIA
In quei giorni sarà sottoscritta la “Carta di Firenze” scritta da Ordine dei Giornalisti e Fnsi per tutelare la “dignità della professione giornalistica”. Facciamo in modo che non rimanga solo uno slogan!
[info sulla convention di Firenze.
Queste cose si devono sapere.

Cordiali saluti,

ARNALDO DE PORTI

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