Sindaci e governatori al soldo

di B. Massimo Donadi

“Meno tagli ai comuni ma non ci basta”, “Invoca la linea dura, basta con le follie dei lumbard”, “pronto a portare in piazza disabili e anziani”, “il ministro dell’Economia non può commissariare il Pdl”, “governo autoritario ha perso la bussola, pronti a manifestare”, “ormai è uno scontro istituzionale, anche il Pdl si deve ribellare”; “è incompetenza oppure è stata una trappola”, “via i vertici Pdl primarie subito”. Sono i titoli di alcune interviste di fuoco, rilasciate, pensate un po’, da autorevoli esponenti di Pdl e Lega. Precisamente il sindaco di Roma Gianni Alemanno, la presidente del Lazio Renata Polverini, il governatore lombardo Roberto Formigoni. Personaggi politici forti, di primo piano, che ambiscono anche alla guida del centrodestra. Di certo non esponenti dell’opposizione che lanciano prevedibili (e assolutamente giusti) strali contro il governo Berlusconi. Se alle parole fossero seguiti i fatti, Berlusconi avrebbe dovuto dimettersi un secondo dopo gli attacchi di questi big del Pdl. Ma la coerenza, nella politica italiana, è come una chimera. Le parole restano lì, appese ad una pagina di giornale, ma non producono alcun effetto concreto. Un gioco delle parti che da un lato priva la politica di credibilità, dall’altro indispone giustamente i cittadini. Di fronte a questa manovra iniqua che mette in ginocchio gli enti locali, tutte le forze politiche con un minimo senso di responsabilità istituzionale, avrebbero dovuto opporsi con decisione, evitando, peraltro, anche il ridicolo e penoso balletto del governo sul testo. Invece no. Qualche intervista, qualche riposizionamento, appelli, critiche, minacce, ma zero fatti. “E io pago” avrebbe detto Totò. A pagare saranno come sempre i cittadini, soprattutto quelli meno abbienti. La riduzione dei tagli da 6 a 4 miliardi di euro agli enti locali assomiglia ad una presa in giro, perché renderà comunque impossibile la fornitura di servizi essenziali ai cittadini. Quindi la manovra metterà le mani nelle tasche degli italiani due volte. La prima per tassazione diretta, la seconda per l’aumento dei costi dei servizi. Per questo i sindaci e presidenti di regione di Pdl e Lega, sono ipocriti due volte. La prima quando criticano il governo, la seconda quando, nelle segrete stanze, lo sostengono. Un gioco delle parti offensivo verso tutti gli italiani, che, non solo dovranno pagare i costi di una crisi che il governo non ha saputo affrontare, ma sono anche presi in giro.

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