Ignoranza. vigliaccheria e crudeltà 

A Radio 24 su condono, evasione fiscale e redditi on line Stampa E-mail

Lo scorso 2 settembre nel corso del programma 24 Mattino, condotto da Alessandro Milan su Radio 24, ho partecipato ad un dibattito che ha riguardato, alla luce della terza versione della manovra, i temi dell’evasione fiscale, della proposta di un nuovo condono e della pubblicazione on line delle dichiarazioni dei redditi.
Su quest’ultimo punto è interessante notare che il 30 aprile 2008, due settimane dopo le elezioni vinte dal Centro Destra, l’Agenzia delle Entrate pubblicò, per disposizione data dal precedente governo Prodi, le dichiarazioni dei redditi di tutti gli Italiani. Due giorni dopo il Garante per la privacy, a mio giudizio su pressioni della nuova maggioranza, sospese il provvedimento e questa decisione divenne legge con uno dei primi atti del governo io Berlusconi.

Io difesi il diritto dei cittadini di conoscere i redditi dichiarati anche al fine di un giusto controllo sociale, contro Beppe Grillo, al quale dava evidentemente fastidio che la gente conoscesse i suoi redditi (E' folle pubblicare dati privati, così si siuta la mafia” ha commentato inferocito Beppe Grillo). http://www.antonioborghesi.it/index.php?option=com_content&task=view&id=84&Itemid=1
Ora che è stato nuovamente deciso, sono subito scattate le solite argomentazioni ridicole per bloccare un atto di giusta trasparenza. Ad esempio “le mafie ringraziano” dice il deputato Fli Nino Lo Presti (come se i mafiosi avessero bisogno della pubblicazione delle dichiarazioni dei redditi per sapere dove stanno le ricchezze!). Persino il sindaco di Milano Pisapia dice: “Una misura forse utile ma in parte demagogica“.
Io penso che la trasparenza non sia mai demagogica.
Il garante della Privacy, Francesco Pizzetti ci prova di nuovo: “La pubblicazione on line delle dichiarazioni dei redditi e' un tema che va maneggiato “con molta attenzione”; …… “serve cautela per proteggere la dignita' delle persone”, che “e' un materiale terribilmente pericoloso” e che “possono scatenare l'odio sociale, travalicando i limiti obiettivi”.
Ma siamo matti! Se dice che si può scatenare l’odio sociale è perché sa già che ci saranno confronti imbarazzanti, quando ad esempio qualcuno scoprirà che il vicino di casa, che gira in Jaguar, fa vacanze costose estate ed inverno, possiede case al mare ed ai monti, dichiara magari “10.000 euro” di reddito all’anno.

A Radio 24 su condono, evasione fiscale e redditi on line Stampa E-mail

Lo scorso 2 settembre nel corso del programma 24 Mattino, condotto da Alessandro Milan su Radio 24, ho partecipato ad un dibattito che ha riguardato, alla luce della terza versione della manovra, i temi dell’evasione fiscale, della proposta di un nuovo condono e della pubblicazione on line delle dichiarazioni dei redditi.
Su quest’ultimo punto è interessante notare che il 30 aprile 2008, due settimane dopo le elezioni vinte dal Centro Destra, l’Agenzia delle Entrate pubblicò, per disposizione data dal precedente governo Prodi, le dichiarazioni dei redditi di tutti gli Italiani. Due giorni dopo il Garante per la privacy, a mio giudizio su pressioni della nuova maggioranza, sospese il provvedimento e questa decisione divenne legge con uno dei primi atti del governo io Berlusconi.

Io difesi il diritto dei cittadini di conoscere i redditi dichiarati anche al fine di un giusto controllo sociale, contro Beppe Grillo, al quale dava evidentemente fastidio che la gente conoscesse i suoi redditi (E' folle pubblicare dati privati, così si siuta la mafia” ha commentato inferocito Beppe Grillo). http://www.antonioborghesi.it/index.php?option=com_content&task=view&id=84&Itemid=1
Ora che è stato nuovamente deciso, sono subito scattate le solite argomentazioni ridicole per bloccare un atto di giusta trasparenza. Ad esempio “le mafie ringraziano” dice il deputato Fli Nino Lo Presti (come se i mafiosi avessero bisogno della pubblicazione delle dichiarazioni dei redditi per sapere dove stanno le ricchezze!). Persino il sindaco di Milano Pisapia dice: “Una misura forse utile ma in parte demagogica“.
Io penso che la trasparenza non sia mai demagogica.
Il garante della Privacy, Francesco Pizzetti ci prova di nuovo: “La pubblicazione on line delle dichiarazioni dei redditi e' un tema che va maneggiato “con molta attenzione”; …… “serve cautela per proteggere la dignita' delle persone”, che “e' un materiale terribilmente pericoloso” e che “possono scatenare l'odio sociale, travalicando i limiti obiettivi”.
Ma siamo matti! Se dice che si può scatenare l’odio sociale è perché sa già che ci saranno confronti imbarazzanti, quando ad esempio qualcuno scoprirà che il vicino di casa, che gira in Jaguar, fa vacanze costose estate ed inverno, possiede case al mare ed ai monti, dichiara magari “10.000 euro” di reddito all’anno.

A Radio 24 su condono, evasione fiscale e redditi on line Stampa E-mail

Lo scorso 2 settembre nel corso del programma 24 Mattino, condotto da Alessandro Milan su Radio 24, ho partecipato ad un dibattito che ha riguardato, alla luce della terza versione della manovra, i temi dell’evasione fiscale, della proposta di un nuovo condono e della pubblicazione on line delle dichiarazioni dei redditi.
Su quest’ultimo punto è interessante notare che il 30 aprile 2008, due settimane dopo le elezioni vinte dal Centro Destra, l’Agenzia delle Entrate pubblicò, per disposizione data dal precedente governo Prodi, le dichiarazioni dei redditi di tutti gli Italiani. Due giorni dopo il Garante per la privacy, a mio giudizio su pressioni della nuova maggioranza, sospese il provvedimento e questa decisione divenne legge con uno dei primi atti del governo io Berlusconi.

Io difesi il diritto dei cittadini di conoscere i redditi dichiarati anche al fine di un giusto controllo sociale, contro Beppe Grillo, al quale dava evidentemente fastidio che la gente conoscesse i suoi redditi (E' folle pubblicare dati privati, così si siuta la mafia” ha commentato inferocito Beppe Grillo). http://www.antonioborghesi.it/index.php?option=com_content&task=view&id=84&Itemid=1
Ora che è stato nuovamente deciso, sono subito scattate le solite argomentazioni ridicole per bloccare un atto di giusta trasparenza. Ad esempio “le mafie ringraziano” dice il deputato Fli Nino Lo Presti (come se i mafiosi avessero bisogno della pubblicazione delle dichiarazioni dei redditi per sapere dove stanno le ricchezze!). Persino il sindaco di Milano Pisapia dice: “Una misura forse utile ma in parte demagogica“.
Io penso che la trasparenza non sia mai demagogica.
Il garante della Privacy, Francesco Pizzetti ci prova di nuovo: “La pubblicazione on line delle dichiarazioni dei redditi e' un tema che va maneggiato “con molta attenzione”; …… “serve cautela per proteggere la dignita' delle persone”, che “e' un materiale terribilmente pericoloso” e che “possono scatenare l'odio sociale, travalicando i limiti obiettivi”.
Ma siamo matti! Se dice che si può scatenare l’odio sociale è perché sa già che ci saranno confronti imbarazzanti, quando ad esempio qualcuno scoprirà che il vicino di casa, che gira in Jaguar, fa vacanze costose estate ed inverno, possiede case al mare ed ai monti, dichiara magari “10.000 euro” di reddito all’anno.

A Radio 24 su condono, evasione fiscale e redditi on line Stampa E-mail

Lo scorso 2 settembre nel corso del programma 24 Mattino, condotto da Alessandro Milan su Radio 24, ho partecipato ad un dibattito che ha riguardato, alla luce della terza versione della manovra, i temi dell’evasione fiscale, della proposta di un nuovo condono e della pubblicazione on line delle dichiarazioni dei redditi.
Su quest’ultimo punto è interessante notare che il 30 aprile 2008, due settimane dopo le elezioni vinte dal Centro Destra, l’Agenzia delle Entrate pubblicò, per disposizione data dal precedente governo Prodi, le dichiarazioni dei redditi di tutti gli Italiani. Due giorni dopo il Garante per la privacy, a mio giudizio su pressioni della nuova maggioranza, sospese il provvedimento e questa decisione divenne legge con uno dei primi atti del governo io Berlusconi.

Io difesi il diritto dei cittadini di conoscere i redditi dichiarati anche al fine di un giusto controllo sociale, contro Beppe Grillo, al quale dava evidentemente fastidio che la gente conoscesse i suoi redditi (E' folle pubblicare dati privati, così si siuta la mafia” ha commentato inferocito Beppe Grillo). http://www.antonioborghesi.it/index.php?option=com_content&task=view&id=84&Itemid=1
Ora che è stato nuovamente deciso, sono subito scattate le solite argomentazioni ridicole per bloccare un atto di giusta trasparenza. Ad esempio “le mafie ringraziano” dice il deputato Fli Nino Lo Presti (come se i mafiosi avessero bisogno della pubblicazione delle dichiarazioni dei redditi per sapere dove stanno le ricchezze!). Persino il sindaco di Milano Pisapia dice: “Una misura forse utile ma in parte demagogica“.
Io penso che la trasparenza non sia mai demagogica.
Il garante della Privacy, Francesco Pizzetti ci prova di nuovo: “La pubblicazione on line delle dichiarazioni dei redditi e' un tema che va maneggiato “con molta attenzione”; …… “serve cautela per proteggere la dignita' delle persone”, che “e' un materiale terribilmente pericoloso” e che “possono scatenare l'odio sociale, travalicando i limiti obiettivi”.
Ma siamo matti! Se dice che si può scatenare l’odio sociale è perché sa già che ci saranno confronti imbarazzanti, quando ad esempio qualcuno scoprirà che il vicino di casa, che gira in Jaguar, fa vacanze costose estate ed inverno, possiede case al mare ed ai monti, dichiara magari “10.000 euro” di reddito all’anno.

In questi casi ben venga l’odio sociale!

Ignoranza. vigliaccheria e crudeltà, hanno spinto un uomo a picchiare la moglie incinta che aspetta la terza bambina, nel tentativo di farla abortire. Non c'è riuscito, l'uomo ignorante vigliacco e crudele, e grazie a Dio, la bimba nascerà. L'uomo violento voleva un erede maschio. L'uomo ignorante non sa che a determinare il sesso del nascituro è l'uomo e non la donna. Quindi avrebbe dovuto picchiare se stesso e non la moglie. Ma avrebbe sbagliato ugualmente perché il fatto che la determinazione del sesso dipenda dall'uomo, non significa che dipenda dalla sua volontà. L'episodio è accaduto a Radda in Chianti, nel senese. Picchiare una donna è azione nefanda, picchiare una donna con una creatura in grembo è azione nefandissima, gravissima. L'articolo su un giornale online, comincia quasi scherzando: “Non c'è due senza tre. Dopo aver avuto due figlie femmine, stava per arrivare anche la terza. Ma un indiano di 38 anni non l'ha presa bene. Lui voleva a tutti i costi un maschio e quando ha scoperto che la moglie aspettava un'altra bimba ha perso la testa”. In realtà, non sembra che abbia perso la testa. Secondo quanto più seriamente riferisce La Nazione, da tempo l'uomo sapeva che sarebbe nata una bambina, e da tempo inveiva contro la moglie innocente.

Miriam Della Croce

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy