Leggendo l’articolo di Narducci , concernente l’insegnamento dell’italiano in Svizzera, ho notato i suoi complimenti, al Governo svizzero, per avere riconsiderato il fatto di escludere l’insegnamento della nostra lingua , in alcuni Cantoni svizzeri e ci fà sopratutto notare il “ disimpegno del Governo italiano per la tutela della nostra lingua all’estero”.
Questa è una realtà, perchè in effetti il disimpegno è totale. Per la Germania (e penso per molti altri Paesi Europei), esistono fondi per finanziare in parte l’insegnamento della lingua madre nelle scuole tedesche. La prassi da seguire, sempre per la Germania, è quella di segnalare alle Autorità del luogo la presenza di famiglie italiane (nel nostro caso) .
Chiaramente per avere numeri concreti, di numeri di presenze italiane nelle varie “zone”, bisogna rivolgersi al Consolato, ai Comites, e´coinvolgere i Patronati che sono sparsi ed in abbondanza.Specialmente quelli sotto controlli dell´Onorevole.Come tutti sanno era un dirigenti di questi.Il tutto per potere raccogliere il più possibile firme per sottoporle poi al comune del luogo, visto e considerato che le scuole sono gestite dai comuni. Considerando che i cittadini europei hanno diritto al voto per il rinnovo dei consigli comunali, di tutta evidenza l’eventuale richiesta dell’insegnamento della lingua madre, diventa un incentivo per il comune interessato, speialmente per il politico candidato del posto. E tutto cio’ non costerebbe un euro all’Italia, solo che l’Onorevole Narducci dimentica di dirlo o e assolutamente ignaro.
Inoltre dove c´e´carenza di insegnanti di lingua italiana, si potrebbe accedere ai nostri precari/disoccupati italiani che potrebbero lavorare per le scuole tedesche.
Se a Colonia e´possibile , non vedo perché non e´possibile altrove.Certamente sará un lavoraccio organizzare il tutto.Ma chi glielo fa fare.
E´molto piu facile presentare interrogazioni e comunicati ai giornali.
Rosario Cambiano
Colonia
