USA: Superpanetta, un italo-americano alla corte di re Obama

PIANETA AMERICA

L’uomo tranquillo, per tutte le stagioni, dall’”Agenzia” alla Difesa

Houston, TX – La guerra in Afghanistan e' una guerra lunga e difficile che nessuno ha mai considerato uno scherzo. La nazione fra le montagne che ha costituito un osso duro per l'Impero britannico e che s'è trasformata nel Vietnam dell'Unione Sovietica ora si vede impegnata a fianco degli Stati Uniti in una lotta estenuante contro i talebani ed i terroristi di Al Qaeda. Non sono mancati anche in questo conflitto gli episodi di grande valore. Martedì, solo per la seconda volta, la prestigiosa “Medaglia d'Onore” sarà consegnata dal Presidente Barack Obama al Sergente di Prima Classe Leroy Arthur Petrie che tre anni fa, per salvare i compagni da una granata, la prese per lanciarla lontano ma, cosi' facendo, rimase vittima dell'amputazione della mano destra.
Pur se non dello stesso tipo, in un certo senso, anche la vita del politico democratico italo-americano Leon Panetta contiene in se qualcosa d'eccezionale e d'eroico. E' molto improbabile, infatti, che i due immigrati di Siderno che lo misero al mondo, Margherita Maria Prochilo e Carmelo Frank Panetta, potessero mai pensare che il loro figlio Leon Edward, nato a Monterey in California il 28 giugno del 1938, potesse ricoprire un giorno tutte le cariche d'alto livello che, invece, gli sono state assegnate e che lo hanno visto diventare Chief of Staff del Presidente Clinton e, Direttore della CIA prima e Segretario della Difesa poi nell'amministrazione di Barack Obama.
Il nuovo Ministro della Difesa , pero', con calma e con progressione continua di strada, sicuramente, ne ha fatta molta. Nonostante la corporatura decisamente poco atletica e poco in linea con le dure esigenze dei physicals militari il neo eletto capo in seconda delle forze armate USA, reduce dai successi a capo dell'Agenzia che e' riuscita con lui a capo ad eliminare Bin Laden, e' salito subito su di un aereo ed e' partito per il fronte afghano dove la situazione e' decisamente più calda che altrove. In questo fine settimana, in qualità di successore di Robert Gates, che Obama aveva magnanimamente lasciato al posto di Segretario della Difesa nonostante questi esercitasse lo stesso ruolo con Bush, Panetta s'è catapultato a Kabul nel suo primo viaggio all'estero. Nell'affrontare le domande dei giornalisti interessati alla sua opinione Panetta ha affermato con calma che in Afghanistan le cose procedono bene e che i talebani ed Al Qaeda sarebbero stati spinti già nell'angolo. L'impegno americano in quella nazione sta per raggiungere l'obiettivo che s'era preposto all'inizio delle operazioni e, conseguentemente, l'amministrazione Obama sarà in grado di mantenere le promesse per ciò che riguarda il ritiro delle truppe. A questo proposito, nella sua dichiarazione rilasciata a Kabul incontrando le truppe, il Segretario della Difesa ha esordito affermando che il Pentagono ha già messo a punto la sua strategia e che, dopo il ritiro degli effettivi di dicembre, rimarranno ancora per un anno novantamila marines fino alla fine dell'estate prossima. Oltre quel periodo, continueranno a presidiare l'Afghanistan ancora settantamila uomini che saranno impegnati nelle operazioni fino al 2014. Dopo la direzione positiva della CIA Panetta sembra essere considerato da Obama un elemento sul quale poter fare affidamento per realizzare l'obiettivo principale di dare a quella regione una maggiore sicurezza. Se anche come Segretario della Difesa tutto dovesse procedere bene e senza grandi inconvenienti allora, anche se non si potrebbe cominciare a pensare all'attempato e robusto esponente dell'attuale amministrazione democratica come ad un superman nelle vesti innocue di Clark Kent, per lo meno lo si potrebbe accostare al protagonista del celebre film di John Ford “Un uomo tranquillo” al quale non piaceva menare le mani ma che all'occorrenza, nel tirare di box, si rivelava un buon professionista.
Secondo un noto detto militare americano “Il prezzo della libertà e' stare vigili e pronti” ed alla direzione della CIA Panetta ha dimostrato proprio questo. Ora, trovarsi a capo del Pentagono offrirà sicuramente al MInistro della difesa d'origine calabrese più di una occasione per far capire bene, col linguaggio forte e chiaro usato dai Navy Seals nel raid di Abbottabad in Pakistan, che gli Stati Uniti non intendono correre rischi e, per questo motivo, rimangono sempre pronti per affrontare ogni possibile evenienza.
RO PUCCI
07 / 10 / 2011
I-AM, HOUSTON, TEXAS

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