IL POLO DELLE STRATEGIE

Per la verità, non l’avevamo preso sul serio; di fatto, il “terzo” polo è divenuto una realtà nazionale. Atipica quanto si vuole, ma pur sempre una realtà nei confronti della quale saremo costretti a fare i conti. Abbiamo, da subito, scritto “atipica” perché questa innegabile realtà non si presta o, meglio, non si presta ancora a previsioni su possibili alleanze o apparentamenti né con la “destra”, né con la “sinistra”. I Partiti di centro, quelli che si possono assimilare, appunto, come “terzo” polo, andrebbero a rappresentare, magari anche prima di fine anno, il tormentone per la governabità. Accertato, oltre ogni possibile dubbio, che “Destra” e “Sinistra” non potranno mai incontrarsi e che chi sgarra sarebbe subito “fregato”, resta la necessità di reperire, pur se a malincuore un centro di gravità per preparare gli italiani alla prossima tornata elettorale generale. Ciò non tanto per una mera egemonia del potere, ma per provare a garantire alla Penisola anni meno problematici di quelli che vorremmo lasciarci alle spalle. Sarà, dunque, proprio il “terzo” polo a determinare, a tempo opportuno, chi, in definitiva, potrà guidare il Bel Paese verso lidi meno ostili e tempestosi. Del resto, tutti gli uomini di “Centro” sono figure d’apparato; in pratica già presenti sulla ribalta politica anche prima della Seconda Repubblica. Uomini sopravvissuti al cataclisma che aveva azzerato tutti i partiti nazionali prima della fine del secolo scorso. Nati sotto altri simboli e con diversi ideali, sono stati capaci di riciclarsi pur di rimanere alla ribalta della travagliata storia d’Italia. Dopo i recenti fatti politici ed economici che tanto ci hanno fatto riflettere, non è semplice capire chi a “sinistra” è progressista e chi a “destra” è conservatore o, meglio, liberista. Ci sono tante, troppo, sfumature che potrebbero determinare comprensibili confusioni. L’epopea berlusconiana è al lumicino ed il prossimo leader del centro/destra dovrà trovare i consensi di una coalizione che sembra non gradire i riciclati o i delfini. Tra il “nuovo” ed il “vecchio” il confine è così labile che, spesso, neppure si avverte. Nell’atmosfera d’incertezza che tutto avvolge, se non è proprio possibile cambiare gli uomini, si tenti, almeno, di rinnovare i programmi. Il “terzo” polo dovrà, in ogni modo, prendere presto delle decisioni irrevocabili. Non è possibile tenere il piede in due staffe ed i tempi dei ripensamenti sono finiti. Il quadro politico attuale, proiettato sul fronte economico nazionale ed internazionale, evidenzia ancor più la sua fiacchezza. La stessa Maggioranza, tale solo nei numeri, non lo è già più sotto il profilo politico. Il programma di Berlusconi è stato snaturato e non solo per volontà della Lega. Anche nel PdL si sono fatti avanti “falchi” e “colombe”. Nel marasma che n’è derivato, nonostante tutto, il “terzo” polo, anche se non si è ancora schierato politicamente, potrebbe rappresentare una valvola di sfogo per la futura campagna elettorale. Visto che il “bipolarismo” non porta da nessuna parte, un “tripolarismo”, saggiamente dosato nelle sue componenti, potrebbe offrire nuove ed insperate garanzie. D’altronde, nell’attesa della riforma del nostro sistema elettorale, non è proprio possibile sottovalutare una sorta d’alleanza a più largo respiro. Qualcuno, per la verità, lo aveva già ipotizzato agli inizi del Nuovo Millennio ma, come spesso accade, nessuno è vero profeta in Patria.

Giorgio Brignola

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