Bisogna abituarsi alle ricostruzioni d’efferati delitti

Ogni tanto qualche stravagante protesta per le ricostruzioni raccappriccianti d'efferati delitti, che alcune trasmissioni televisive fanno. Ora, a prescindere dalla domanda che tante volte mi pongo, se gli autori dei programmi farebbero altrettanto qualora le vittime anziché essere donne giovani e spesso ragazzine, fossero uomini, o magari vecchie, ritengo che a queste cose bisogna abituarsi, farci il callo, vederle magari tutti i giorni, e restare indifferenti. Che male c'è se ci mostrano tante volte la punta di un coltello che incide la carne di una morta? Una siringa conficcata in una mammella? (Chi l'ha visto? – 2011) Che male c'è se un conduttore televisivo con molto acume chiede: “Ma lo zio, dopo averla uccisa, l'ha violentata subito o dopo ore? (Rai2 – 28 ottobre 2010)? Che male c'è se un gionalista geniale chiede “Ma quando l'aggressore le ha tagliato la ciocca di capelli, Elisa Claps era morta o ancora agonizzante?”(“Chi l’ha visto?” – 23 giugno 2010)? E' questione d'abitudine. Bisogna provvedersi di una bella corazza sullo stomaco. Non bisogna cambiare canale. Bisogna guardare, guardare e ascoltare tutto ciò che ci fanno vedere, e tutto ciò che ci dicono. E non bisogna esser stravaganti, protestare. Avete mai visto una pecora che si ribella?

Miriam Della Croce

Lascia un commento

My Agile Privacy

Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. 

Puoi accettare, rifiutare o personalizzare i cookie premendo i pulsanti desiderati. 

Chiudendo questa informativa continuerai senza accettare. 

Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy: