La sociologia secondo il “Maestro” Filippo Barbano

E' una grande perdita per la cultura torinese la scomparsa di Filippo Barbano; è stato il “Maestro” di intere generazioni di studenti di sociologia, facoltà che ha visto il suo determinante contributo nella nascita e nella progettazione del corso di laurea.
Il sociologo secondo Barbano, è uno scienziato che sperimenta la teoria nella prova concreta della realtà, rimettendo in discussione la teoria stessa, quando non trova conferma empirica; infatti la sua ricerca si è basata sempre su questo concetto fondamentale, come si conviene a qualsiasi buon scienziato.
Aveva idee socialiste, e riteneva colpevole la sinistra della poca considerazione della sociologia, e rea di aver svalutato l'importanza dell'analisi sociologica, attraverso un cattivo uso della parola “società”. Questo secondo lui, ha sminuito le scienze sociali, nonostante si fossero affermate molto bene in Italia tra gli anni Cinquanta e gli anni settanta.
Lui, che era stato l'allievo di Gioele Solari, aveva introdotto un concetto di sociologia e di ricerca “anticonformista”, non meramente basato su scopi carrieristici come rimproverava agli studenti degli anni novanta, ma nella passione per la ricerca basata su “idee innovative”, proprio quelle che lui aveva introdotto a Torino, trasformando la cattedra di filosofia del diritto in un insegnamento sociologico.
Barbano era un sociologo rivoluzionario, non sistematico nel suo lavoro intellettuale, e proprio nella sua atipicità, dice Franco Garelli, preside della facoltà di Scienze Politiche, stava l'aspetto innovativo delle sue idee.
Portò agli studenti le idee del grande scienziato sociale Robert Merton, si dedicò al tema dell'organizzazione, e della partecipazione alla vita democratica, studiando i quartieri torinesi nella fase della loro transizione e trasformazione in istituzioni.
Il suo apporto al mondo accademico torinese è stato determinante, in una città che ha saputo rinnovarsi nel corso del tempo, passando dalle speranze nate dalla Resistenza, al Sessantotto, dal periodo oscuro degli anni di piombo alla globalizzazione, anche grazie all'apporto dei sociologi torinesi.
Certamente una perdita per il mondo della cultura, ma anche e soprattutto un esempio e uno stimolo la sua passione per la scienza sociale, della quale la modernità, complessa e articolata quale è oggi, non potrà certamente eluderne il fondamentale ruolo. Grazie Maestro.

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