Intervento On. Zacchera

Con la presente, si provvede a trasmettere – per la rilevanza mediatica che si riterrà opportuno riservare -il testo integrale dell'intervento dell'On. Zacchera nell'ambito della discussione sul decreto concernente disposizioni in materia di esercizio di voto per gli italiani temporaneamente all'estero in occasione delle prossime consultazioni referendarie.

MARCO ZACCHERA. Poche battute, signor Presidente, per sottolineare a lei e ai colleghi alcuni dati di fatto che forse sfuggono nella loro concretezza a quest'Aula. L'atto che andiamo ad approvare oggi per permettere il voto sacrosanto e giusto di alcune migliaia di persone costa allo Stato 700 mila euro. La scorsa settimana a Torino c'è stata l'assemblea del consiglio generale italiani nel mondo. Sappiano i colleghi che in tutto un anno per gli italiani nel mondo a tutti i fini (per l'assistenza, per far funzionare le strutture e così via) il nostro Paese spende 27 milioni di euro.
Per la sola organizzazione del referendum spendiamo 26 milioni di euro per il voto all'estero, dato citato dal sottosegretario Mantica. Ebbene per questo turno elettorale spendiamo quindi quanto si spende in tutto un anno per 4,5 milioni di cittadini italiani all'estero. Forse dobbiamo cominciare a pensare se l'attuale sistema di voto all'estero, al di là degli inghippi elettorali che sono già stati citati, abbia o no una logica. Non siamo né a teatro né al cinema. Però voglio anche sottolineare che i cittadini all'estero non sanno nulla praticamente di questo referendum perché la risposta data dal Governo alla mia interrogazione è che ci sono i comunicati di RAI International e basta. Pensate voi quanti italiani che abitano in Sudamerica ascoltano RAI International per capire come si voterà al prossimo referendum. Eppure la percentuale dei votanti all'estero conterà per determinare la percentuale dei votanti complessivi. Se come l'ultima volta per le elezioni politiche, più o meno imbrogliate, ha votato il 27 per cento degli aventi diritto, ove, domenica 12, votasse il 10 per cento, il voto di quei cittadini italiani ci sarà costato 66 euro a testa.
I cittadini brasiliani alle elezioni politiche, se sono all'estero, votano con il computer, votano in modo informatico. Possibile che in Italia non siamo ancora riusciti a migliorare il sistema elettorale per evitare i brogli e la stragrande maggioranza di queste spese che, alla fine, vanno, già di fatto, a ridurre ulteriormente i pochi fondi destinati all'estero? Questi sono i problemi che ritengo che prima o poi debbano essere affrontati in questa Aula e ritengo che tutte le persone in buona fede non possono che rappresentare.
Per questo sollecito un'approvazione veloce e una riforma del voto all'estero perché, al di là delle partenze giustissime e sacrosante dal punto di vista istituzionale e costituzionale – ricordo la battaglia che l'onorevole Tremaglia ha fatto per decenni in questo Parlamento -, se non ci adeguiamo nei sistemi elettorali facciamo addirittura un voto controproducente per la rappresentanza di quegli italiani. Spero quindi che non soltanto il Governo approverà alcuni ordini del giorno che sono stati presentati (uno da me sottoscritto e a prima firma del collega radicale Mecacci) perché ci vuole trasparenza, ci vuole concretezza ma anche volontà di affrontare questo problema perché altrimenti domani voteremo ancora con una legge per le elezioni politiche all'estero assurda, che non ha senso e non aiuta la trasparenza. Mi auguro che tutta l'Aula capisca l'importanza di queste tematiche (Applausi di deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania

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