CON I BALLOTTAGGI ABBATTIAMO UN GOVERNO ABUSIVO

Se confrontiamo la campagna elettorale del centrodestra con quella del centrosinistra, emergono due opposte idee dell’Italia e della politica. Questa campagna elettorale è la cartina di tornasole della situazione politica del Paese: da una classe dirigente ogni giorno più impresentabile, che ormai si è definitivamente trasformata in un perenne comitato di propaganda, arriva solo fumo negli occhi.

Dalla coalizione di centrosinistra, invece, traspare competenza, passione, maturità e capacità di rappresentare le istanze di cambiamento. Da un lato Lettieri e Moratti, dall’altro de Magistris e Pisapia: i ballottaggi faranno da spartiacque tra il vecchio e il nuovo modo di amministrare e potranno consentire alle forze riformiste di posare la prima pietra per rinnovare le istituzioni.

Cosa ha da offrire il centrodestra ai cittadini? I videospot blindati di un premier che non si azzarda a mettere il becco fuori da Palazzo Grazioli perché sa che verrebbe coperto di contestazioni; le calunnie e il gioco scorretto del sindaco Moratti ormai pronta a trasferirsi alla bat-casa del figlio; le promesse di spostare Ministeri come fossero caselle del Monopoli o di legalizzare l’abusivismo per comprare con la demagogia qualche voto in più. Ma i cittadini sono stanchi di essere presi in giro. Ci provasse, Berlusconi, a camminare per le strade di Napoli: sento già il riverbero di una sonora pernacchia. Moratti invece ha già avuto la sua dose di fischi quando, qualche giorno fa, si è azzardata a partecipare ad una manifestazione contro i tagli nei servizi sociali. Poco prima, Pisapia era stato calorosamente applaudito.

Perché il centrosinistra offre credibilità e serietà: i nostri candidati sono ogni giorno sul territorio a dialogare con i cittadini, con il mondo delle imprese, con le associazioni e le categorie sociali per conoscere i problemi da risolvere. Pisapia ha per la prima volta proposto una Milano moderna, degna di essere una capitale europea, attenta ai diritti dei più deboli e ai doveri dei più forti. De Magistris ha fondato la realizzazione del suo programma sulla necessità di sganciarsi dal vecchio sistema partitico e ha preso di petto la questione della legalità, contro un sistema clientelare che schiera in prima fila Cosentino, imputato per concorso esterno in associazione mafiosa. A Milano, contro le mirabolanti promesse e le fantasiose accuse di Berlusconi e Moratti, Pisapia è espressione di una politica in grado di dare voce alle energie migliori della società; a Napoli, contro la politica dei condoni e la dilagante questione morale, de Magistris rappresenta una garanzia di civiltà democratica e di efficienza amministrativa con un dialogo costante e diretto con i cittadini.

Il ciclo berlusconiano si sta infrangendo contro la coesione e la credibilità dell’alternativa di Governo offerta dalla coalizione di centrosinistra, che è stata premiata perché ha fondato il rapporto di fiducia con l’elettorato non sugli insulti a ruota libera e sugli slogan populisti, ma sul contatto con il Paese reale e sulla concretezza delle proposte programmatiche. Grazie ai ballottaggi possiamo eliminare dal dibattito il fanatismo che ha stravolto la società, e abbattere una volta per tutte un Governo abusivo, ricostruendo con la forza delle idee e la passione dei valori una politica in grado di rilanciare lo sviluppo economico, sociale, produttivo e culturale del Paese.

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