Caro Grillo, non sono tutti eguali

di Paolo Flores d’Arcais, Il Fatto quotidiano, 20 maggio 2011

Non è vero che “sono tutti eguali”. Non è affatto indifferente se il sindaco di Milano si chiamerà Letizia Moratti o Giuliano Pisapia, se il sindaco di Napoli si chiamerà Gianni Lettieri, sostenuto dall’onorevole in odore di camorra Cosentino, oppure Luigi De Magistris, sostenuto dalla società civile della città. Farà una grande differenza, grandissima. Perché se De Magistris e Pisapia vinceranno entrambi, per il barzellettiere di Arcore sarà davvero l’inizio della fine.

Del resto, è scappato detto anche a Beppe Grillo. Aveva appena spiegato perché la protetta di Berlusconi e il candidato del popolo delle primarie sarebbero come zuppa e pan bagnato, ma non è riuscito a trattenersi dall’aggiungere: “Pisapia, non so se ce la farà… io lo spero”. E come ci insegna Metastasio, “voce dal sen fuggita/poi richiamar non vale;/non si trattien lo strale/quando dall’arco uscì”.

Questa testata non ha mai risparmiato critiche ai partiti del centrosinistra, anzi. In tutte le sue componenti, Sel e Idv comprese. E se faccio il conto di quello che ho scritto in oltre trent’anni, sono assai più le pagine di biasimo radicale che ho dedicato ai dirigenti del Pci (e successive metamorfosi) di quelle con cui ho combattuto il berlusconismo di oggi e il proto-berlusconismo di Craxi. Di più: sono moltissimi i collaboratori e i lettori del Fatto che il centrosinistra, insipiente al governo e insipiente all’opposizione, lo hanno combattuto per i suoi “tradimenti” non solo con la parola ma anche con l’azione, scendendo in piazza infinite volte. Ma se davvero fossero “tutti eguali”, sarebbe indifferente avere al Quirinale Giorgio Napolitano o il compagno di merende di Putin e Gheddafi.

Credo non ci sia un solo italiano a cui l’equazione sembri proponibile, meno che mai tra quelli – noi per primi – che all’attuale Presidente non hanno lesinato le aspre critiche che meritava. Del resto, se davvero fosse indifferente chi vincerà domani a Napoli e Milano e dopodomani alle elezioni politiche sempre più vicine, non avrebbe senso parlare e aver parlato di “regime”, lottare e aver lottato contro il “regime”. Quello di Berlusconi sarebbe semplice malgoverno, non più putrido del Caf di una generazione fa. E invece è un progetto di fascismo postmoderno in piena regola.

Perciò, al centrosinistra non faremo sconti, criticheremo ogni inciucio e ogni omissione di lotta. Ma i loro elettori e i loro militanti non sono affatto eguali ai cloni delle Santanchè e degli Stracquadanio. Uniti alla società civile, potranno contribuire a liberare l’Italia.

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