“Il colpo di stato viene comunemente definito come un atto di forza di parte delle istituzioni per rovesciare fisicamente e cruentamente un esecutivo”. Questa e’ la definizione politica che ho letto e riletto.
Adesso io che sono un ignorante in politica, faro’ un analisi istituzionale e costituzionale del fenomeno per antonomasia del trasmormismo metamorfico politico italico. Questo va detto, il trasmormismo politico e’ un fenomeno tipico di noi italiani, in altri paesi democratici i cambiamenti di cosacche e’ pressapoco inesistente, se non per alucuni casi insignificanti e poco incisivi. In Italia invece oggi assistiamo ad una leggitimazione dei colpetti di stato, che spesso sfuggono all’ immaginario collettivo. In Italia da oltre un mezzo secolo, viene messo in discussione il principio fondamentale democratico della maggioranza di governo e dei consensi popolari, rappresentavi e partecipativi. Come ho gia’ ampiamente ribadito in altre occasioni, si tratterebbe della non esistenza di una linea di demarcazione tra il mandato imperiale ( statuto albertino) e quello democratico e rappresentativo ( Repubbicano) Il trasmormismo politico e’ stato ed il male assoluto della nostra democrazia! Mentre in Italia il trasformismo politico e’ inteso come ribaltone in altri paesi lo chiamano alleanze politiche responsabili. Cause attuali? Il bipolarismo e il porcellum! Badate bene che dal 2006 basta un “scilipotista”, qualsiasi a dare inizio a un colpetto di stato ( quanto mi piace sta definizione, anche se lo stesso Scilipoti e’ stato messo in un angolino a marcire), ove il potere esecutivo, si trova di continuo sotto ricatto irreversibile dal partito minoritario, uscito dalle urne ( senza fare il nome della Lega) La cura? Anche questo credo di averlo ribadito in piu’ occasioni!
Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato ( art. Cost. 67) Questo articolo nella nostra Costituzione sta a rappresentare il parlamentarismo libero da ogni influenza imperiale ed esecutiva. Una domanda che per oltre un trentennio mi sono fatto era, e’ e sara’: “ Ma se il parlamentare e libero di votare senza vincolo di mandato, perche’ dovrebbe cambiare cosacca politica?” Non preuccupatevi se fareste la stessa domanda ad un qualsiasi parlamentare non saprebbe rispondere o vi risponderebbe in politichese:” Tutti l’ hanno fatto e lo facciamo anche noi”. La chiave di volta ( o meglio di rivolta) sta proprio in una leggina costituzionale che vieterebbe al parlamentare di trasformarsi politicamente: (1) abolendo i voti di fiducia da parte dell’ esecutivo dopo la formazione del governo.(2) Lasciare libero il parlamentare libero di dimetttersi e lasciare il posto al primo dei non eletti. (3) Proibire al parlamentare di cambiare partito. Una normativa estrema? Non direi !!! Visto che sino ad oggi nessuna iniziativa legislativa del genere sia stato anche se in minor forma proposta da nessun partito. ( invito come al solito alla riflessione)