Bin Laden è morto

GLI STATI UNITI D’AMERICA VISTI DALL’ITALIA

Riporto la notizia traducendo e riassumendo l’articolo di Peter Baker, Helene Cooper e Mark Mazzetti apparso sul New York Times online.
Ieri sera il Presidente B. Obama ha annunciato che “Giustizia è fatta”, l’esercito e la CIA hanno finalmente catturato Bin Laden, il capo di Al Qaeda, cui davano la caccia da 10 anni, in un luogo a circa un’ora di macchina a nord della capitale del Pakistan Islamabad, dove era nascosto in una base militare, in casa non aveva telefono e collegamenti internet. Dopo un conflitto a fuoco hanno ucciso Osama Bin Laden e preso in custodia il corpo. La tradizione musulmana richiede la sepoltura entro le 24 ore dalla morte, e lui è stato seppellito in mare, forse per evitare di creare un santuario per i fedeli seguaci.
La morte di Bin Laden è avvenuta circa 10 anni dopo che i terroristi di Al Qaeda sequestrarono 4 aerei passeggeri, due andarono a schiantarsi contro le due Torri del World Trade Center di New York, ed uno contro il Pentagono a Washington. Il quarto, diretto verso la Casa Bianca, si schiantò in Pennsylvania poiché i passeggeri combatterono contro i terroristi.
La notizia ha generato immense manifestazioni di giubilo, alla Casa Bianca, a Times Square e a Ground Zero. Bandiere, urla, risate e canti soprattutto da parte dei giovani, cresciuti con l’incubo del terrorismo islamico, impersonato dalla figura onnipotente e sempre sfuggente di Bin Laden, un uomo che sembrava governare il mondo con annunci video preparati e diffusi con scaltra competenza comunicativa.
Gli analisti dicono che la morte di Bin Laden è un grosso colpo per Al Qaeda, dopo che i suoi sermoni di violenza anti-occidentale erano già diventati irrilevanti per l’ondata della sollevazione politica che attraversa il mondo arabo. I simpatizzanti di Al Qaeda hanno reagito increduli, con rabbia e minacciano vendetta. “L’America raccoglierà quello che ha seminato…i leoni resteranno leoni e continueranno a muoversi sui passi di Osama”.
Da notare che i simpatizzanti di Al Qaeda sono solo una piccola parte del mondo islamico. Negli USA, the Council on American-Islamic Relations, ha manifestato soddisfazione per la morte di Bin Laden perché, secondo loro, egli non ha mai rappresentato i musulmani o l’Islam, infatti, oltre ad aver ucciso migliaia di americani, lui ed Al Qaeda hanno causato la morte di tantissimi musulmani in tutto il mondo.
Se è consentito su questo argomento di risonanza mondiale qualche commento dalla mia modesta penna, subito mi viene in mente il collegamento di questa notizia con gli annunci diffusi un paio di settimane fa da tutti i canali di comunicazione circa la ricandidatura di Barack Obama per le prossime elezioni presidenziali, quelle che avranno luogo nel novembre del 2012, contro un avversario repubblicano ancora in via di definizione. Per ora è un colpo di fortuna per il Presidente in carica, tenendo conto del fatto che la politica estera conta molto per gli americani, ma sicuramente meno dell’andamento dell’economia interna. Alla fine del suo mandato Obama sarà giudicato per l’economia: creazione di nuovi posti di lavoro, distribuzione del carico fiscale, spesa pubblica, sanità ed istruzione saranno i temi centrali del prossimo dibattito pre – elettorale. Tuttavia la politica estera ha un peso considerevole, forse determinante, se teniamo conto che in questo caso essa significa non solo la presenza più o meno significativa degli USA nel mondo, ma anche e soprattutto, la sicurezza interna come risultato della lotta al terrorismo, tema delicato e sentito da tutti.
La caduta dell’arcinemico, il responsabile della catastrofe delle Due Torri, del primo attacco straniero al territorio americano fino ad allora inviolato, è un successo altamente simbolico e ricco di risonanze emotive sulla massa degli americani, che soprattutto avrà un peso determinante nelle simpatie dei giovani e dei votanti indipendenti o incerti.

emedoro@gmail.com
2 maggio 2011

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