Giornata Mondiale dell’Acqua: un bene comune. L’Onu: "Un bene che sarà  sempre più conteso

“Acqua per le città – come rispondere alle sfide dell'urbanizzazione'': questo il titolo dell'edizione 2011 della Giornata mondiale dell'acqua, il 22 marzo con sede principale a Cape Town. Uno slogan, quello dell'iniziativa delle Nazioni Unite, che lancia un campanello d'allarme: l'oro blu sarà sempre più conteso all'interno di città, ormai sempre più affollate. “La sfida delle acque urbane deve essere riconosciuta per quello che realmente è: una crisi di governance, politiche inadeguate e cattiva gestione, piuttosto che una crisi dovuta alla scarsità della risorsa”, spiega nel suo messaggio Joan Clos, sottosegretario generale delle Nazioni Unite. “Abbiamo bisogno di puntellare la sicurezza idrica contro i problemi dell'inquinamento e del cambiamento climatico – prosegue Clos -. Abbiamo bisogno di idee innovative e buone pratiche da attuare”. I dati sul rapporto tra acqua e urbanizzazione, pubblicati sul sito ufficiale del World Water Day 2011, parlano chiaro: la crescita della popolazione urbana avanza al ritmo di 2 persone al secondo. Attualmente la metà della popolazione mondiale vive nelle città, percentuale che entro due decenni salirà al 60%, con punte del 95% nei Paesi in via di sviluppo.Confagricoltura: sprechiamo il 47% dell’acqua – In Italia il 47% dell' acqua potabile, va sprecata a causa di una rete idrica colabrodo. Confagricoltura pone in evidenza il dato che emerge dall'analisi Istat. E dall`indagine emerge che le maggiori dispersioni si hanno in Puglia, Sardegna, Molise ed Abruzzo dove, per ogni 100 litri di acqua erogata, se ne devono immettere in rete 80 litri in più”. “Il nostro Paese – afferma Confagricoltura – dovrà confrontarsi sempre più con i problemi legati all`uso dell`acqua, rivedendo le proprie strategie di gestione e di risparmio, creando le infrastrutture sufficienti ad accumularla e metterla a disposizione nei momenti in cui serve”.La situazione in Africa e Asia – In Africa e Asia si calcola che la popolazione urbana si raddoppierà tra il 2000 e il 2030. E anche se tra il 1998 e il 2008 1,052 miliardi di abitanti delle città hanno avuto accesso ad acqua potabile e 813 milioni a servizi igienici adeguati, la popolazione urbana nello stesso periodo è cresciuta di 1,089 miliardi di persone compromettendo così il progresso raggiunto. Un abitante su quattro delle città del mondo, 789 milioni in totale, vive senza adeguate strutture igienico-sanitarie. Sono circa 497 milioni le persone che nelle città usufruiscono di servizi igienici in comune, cifra che nel 1990 era 249 milioni. E' del 27% la percentuale della popolazione urbana che nei Paesi in via di sviluppo non ha accede alla rete idrica da casa propria.La sfida dell'oro blu nelle città aumenta se si considerano i dati sulla povertà: 828 milioni di persone vivono in baraccopoli o in insediamenti impropri, senza adeguati servizi idrici e igienico-sanitari. Inoltre, i poveri pagano fino a 50 volte in più per un litro d'acqua rispetto ai loro vicini più ricchi, poiché spesso devono comprarla da fornitori privati. Altre problematiche legate all'urbanizzazione riguardano aspetti diversi: l'impatto ambientale con un “eccessivo sfruttamento delle risorse idriche” e “2 milioni di tonnellate di rifiuti al giorno smaltiti in corsi d'acqua”; la salute umana, compromessa dalla scarsità di acqua potabile “che provoca malattie come il colera e la malaria”; i disservizi dovuti alle perdite nelle reti di distribuzione urbana dove le percentuali di perdita arrivano anche al 50%, con una stima annuale che si aggira tra i 250 e i 500 milioni di metri cubi di acqua potabile smarrita nelle grandi città, che invece potrebbe rifornire dai 10 ai 20 milioni di persone.La consapevolezza che l’acqua sia una risorsa preziosa da tutelare non appartiene alla nostra società. Sono infatti 2 milioni di tonnellate i rifiuti prodotti dall'uomo che ogni giorno, in tutto il mondo, vengono scaricati nei corsi d'acqua. E’ l'inquinamento dell'acqua è in aumento a livello globale. Nello studio intitolato “Gestione dei rifiuti solidi urbani nelle città del mondo”, condotto su oltre 20 insediamenti cittadini, la produzione media di rifiuti all'anno pro-capite è di 285 kg, con punte di 609 kg a San Francisco, negli Stati Uniti, 577 kg a Tompkins Country (Usa), 529 a Belo Horizonte (Brasile) e 528 a Rotterdam (Olanda). Sul totale dei rifiuti prodotti, il 61% è rappresentato dalla frazione organica, il 12% rientra sotto la voce 'altro'. Seguono plastica e carta – ciascuna al 9% – e poi vetro e metallo, ognuno al 2%. Un approfondimento è stato dedicato all'Asia, che nel 2025 potrebbe passare, dalla produzione attuale di 760.000 tonnellate di rifiuti solidi urbani (circa 2,7 milioni di metri cubi) al giorno, a 1,8 milioni di tonnellate (5,2 milioni di metri cubi).22 marzo 2011Redazione Tiscali

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