Crocifisso nelle aule scolastiche. Una palese discriminazione

Il buon senso, la ragione, nonché il messaggio evangelico, mi fanno ritenere con certezza che esporre il crocifisso in una classe dove gli alunni non siano tutti cristiani, sia cosa ingiusta. Per onestà, devo però riconoscere che i magistrati di Strasburgo hanno avuto ragione nel sentenziare: “L' esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche italiane, non viola l'articolo 2 che impone agli Stati il dovere di rispettare il diritto dei genitori di assicurare l'educazione conforme al loro credo religioso e filosofico”. Il ricorso presentato dalla signora Lautsi riteneva che l'esposizione del crocifisso nelle aule frequentate dai figli fosse in contrasto con la libertà religiosa. Ma è davvero difficile dimostrare che la presenza del simbolo nelle aule, possa compromettere la libertà religiosa degli alunni, che possa influire in qualche modo sulla loro educazione religiosa. Il problema, a mio parere, è diverso. Mi si lasci passare il paragone, ma provi un insegnante a mettere in bella mostra su una parete della classe, il simbolo della squadra di calcio che sta a cuore alla maggior parte della scolaresca. Gli alunni tifosi d’altre squadre protesteranno sino a che l'insegnante non sarà costretto a toglierlo, oppure ad appendere alle pareti anche i simboli delle altre squadre. Non esaudire il desiderio di tutti gli alunni, sarebbe una palese discriminazione.

Miriam Della Croce

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