BERETTA LASCIA LA LEGA, CALCIO ITALIANO NEL CAOS

Nella settimana che precede i festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia, un nuovo caos incombe nel pallone made in Italy. Maurizio Beretta, ex- anchorman del tg1 e vecchio direttore generale di Confindustria, si dimette dal ruolo di presidente della Lega Calcio. Rimarrà ancora in carica fino alla nomina del nuovo presidente, poi passerà al ruolo di responsabile comunicazione del gruppo Unicredit. Il nostro pallone grida ancora una volta S.O.S. Il toto- presidente è già scattato fra mille dubbi ed incertezze. Le dimissioni di Beretta arrivano in un momento storico difficile per lo sport più bello del mondo. Gli effetti dello scandalo Calciopoli ancora non sono stati smaltiti del tutto, Calciopoli 2 è in attesa di nuovi riscontri e verità, facendo scoppiare le prime scintille mediatiche e, come se non bastasse, la prima poltrona della Lega cerca ancora una guida stabile, duratura e soprattutto imparziale. Il pallone tricolore ruota bene in campo, ma rimbalza male dentro i palazzi federali. Il nostro calcio non è stato fortunato quanto a capi e capostipiti. Anche in tempi non sospetti, in cui il pallone non era ultra milionario e pieno d’interessi come oggi, c’era chi parlava di sospetti, scandali e gridava al moderno conflitto d’interessi. Basta ricordare la famosa stagione 1960-61, quando fu ripetuta la sfida fra Juventus e Inter. La gara venne sospesa per l’invasione di campo di supporter senza biglietto, fu assegnato lo 0-2 a tavolino a favore dell’Inter. La madama Juventus fece ricorso e la CAF ritrattò la decisione. Partita rigiocata fra le roventi proteste del club nerazzurro che decide di schierare per protesta tutti giocatori della primavera. Risultato finale, 9-1 per i bianconeri e scudetto che si dirige verso la città della Mole. All’epoca il presidente della FIGC era un certo Umberto Agnelli, indimenticabile gentleman di Fiat, insieme all’avvocato Gianni e padrone della Juve. Già mezzo secolo fa si parlava, anche se con toni certamente diversi, di favoritismi nei confronti della vecchia Signora, ma nonostante tutto rimane un periodo molto rimpianto dai vecchi “calciofili”. Gli ultimi trent’anni hanno offerto vari scenari; si è iniziato con il calcio scommesse dei primi anni 80’, fino ad arrivare all’episodio Iuliano- Ronaldo del 1998 per concludere con gli scandali doping e calciopoli. Frutti di una mal gestione evidente. Un bilancio sull’era Beretta? Beretta è un professionista serio, corretto e ligio al dovere, al rispetto delle regole. Il suo contributo nel rispolverare il soccer italiano l’ha dato, assumendosi delle responsabilità molto più grandi di lui. Il pallone nostrano deve ringraziarlo e tanto. C’è bisogno di un successore della stessa caratura e con lo stesso coraggio. Governare il calcio attuale è una missione adatta solo a chi ha fegato grosso.

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