Il Crimine, parte seconda. Arrestate 41 persone tra Italia, Germania e Australia

Altro duro colpo alla ‘ndrangheta, un’operazione del Comando provinciale di Reggio Calabria e del Ros, insieme alla Squadra mobile della questura reggina, ha formalizzato 34 ordinanze di custodia cautelare in carcere, di cui sei in Germania. La polizia sta provvedendo ad eseguire altre sette ordinanze, cinque delle quali in Canada e Australia. E’ il secondo capitolo dell’operazione “il Crimine” che, nel luglio scorso, ha portato a 304 provvedimenti cautelari in coordinamento tra le Dda di Reggio Calabria e di Milano, e che ha permesso di delineare la struttura dell’organizzazione calabrese. Una struttura fino ad allora ignota, a più livelli, fortemente gerarchica e strettamente legata alla gestione del territorio, con figure di vario rango interconnesse tra loro a creare un sistema di potere di tipo feudale dove, a capo di tutti, c’è un re -e letto durante la festa della Santissima Madonna della Montagna di Polsi – a mescolare sacro e profano, cercando sotto i mantelli dei santi protezione e autorevolezza. Fino a quel momento la ‘ndrangheta era ritenuta una “confederazione di cosche”. Oggi, nuda di fonte agli inquirenti, viene colpita da nuovi arresti.

L’indagine, inoltre, ha consentito di accertare i collegamenti della ‘ndrangheta a Torino, dove la criminalità calabrese era rappresentata da Giuseppe Catalano e Francesco Tamburi e da Genova, con la presenza di altri due esponenti di spicco della criminalità calabrese, Domenico Belcastro e Domenico Gangemi.

Ma la ‘ndrangheta è transanazionale, e segue l’emigrazione. Non deve stupire quindi che, tra coloro che sono stati raggiunti dai provvedimenti della Procura reggina, ci sia anche l’ex sindaco della città australiana di Stirling, Tony Vallelonga. Vallelonga, originario di Nardodipace, in provincia di Vibo Valentia, era emigrato in Australia oltre trent’anni fa ed è stato sindaco di Stirling per nove anni, dal 1996 al 2005. Nel corso delle indagini, è stato intercettato mentre discuteva degli assetti operativi della ‘ndrangheta in Australia con il boss di Siderno, Giuseppe Commisso, detto ‘u mastru. L’indagine ha accertato la presenza anche in Australia di diversi ‘locali’ (fondamentali strutture organizzative, in genere coincidenti col territorio, cui fanno capo più ‘ndrine, appunto, locali).

E poi c’è la Germania, già teatro della strage di Duisburg del 2007, dove l’odierna operazione, “Crimine 2″, ha portato all’arresto di sei persone appartenenti al “locale” di Singen e Francoforte. Una struttura della ‘ndrangheta sarebbe infatti attiva in queste due città, chiamata “Società”, a capo della quale sarebbe Bruno Nesci. Nesci, a sua volta, farebbe capo direttamente a Domenico Oppedisano (arrestato nel luglio scorso in seno all’operazione “il Crimine”) al quale renderebbe conto delle vicende che riguardano il contesto criminale in cui è inserito.
Dalle intercettazioni sarebbe emersa l’esistenza di due gruppi criminali, uno facente capo a Nesci, l’altro facente capo ad un personaggio ancora non identificato che nelle intercettazioni viene soprannominato “lo Svizzero“. Tra il gruppo di Nesci e quello dello “Svizzero” sarebbero in corso degli attriti che attengono esclusivamente al predominio territoriale che una fazione vorrebbe esercitare sull’altra. In tale quadro Nesci si sentirebbe autorizzato ad agire in maniera autonoma essendo egli legittimato ad esercitare la sua carica di capo società forte di un assenso ricevuto da Oppedisano.

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