Nucleare: io non rischio e dico SI all’abrogazione

Quanto avvenuto in Giappone deve far riflettere anche coloro che sono indecisi o favorevoli alla costruzione di centrali nucleari sul territorio italiano. In Giappone la contaminazione causata dal reattore N° 1 è ormai una certezza, tanto che , vista la gravità della situazione, il governo ha esteso a 20 chilometri l'area da sgomberare per motivi di sicurezza.
Sembra poi che la fusione del nocciolo sia in corso e se non si riuscisse a fermare il dramma da locale diventerebbe tragedia mondiale. Ora il pericolo è che nel reattore N°3 si verifichi quanto già accaduto sabato nel N° 1 e cioè che si possa registrare una nuova esplosione. L'inviato di SkyTg24 ha svelato anche un episodio emblematico di quanto sta accadendo e del tentativo delle autorità di contenere eventuale panico: un giornalista della tv di Stato avrebbe parlato di un “fuggi fuggi” da parte degli addetti della centrale e subito dopo si sarebbe sentita una voce fuori campo dire chiaramente: «Questa è una notizia che non doveva essere divulgata». Nella centrale Fukushima N.1, erano stati rilevati livelli di radioattività 1000 volte più alti della norma, all'interno della sala di controllo. Nell'area esterna erano stati registrati, invece, livelli 8 volte superiori alla soglia critica. Non è possibile, per ora, sapere quale livello di radiazione sia stato raggiunto. Le autorità rassicurano: dicono che vicino al reattore si è rilevata la presenza di Cesio 137 e Iodio 131, ma che i livelli sono in diminuzione. Se così fosse, la situazione sarebbe simile a ciò che accadde a Three Mile Island il 28 marzo del 1979.
Che gli affaristi italiani (a partire da Berlusconi) ci vengano a dire che quella è una centrale vecchia non significa proprio nulla. La sicurezza, l’unica possibile in questi casi, aveva funzionato anche in Giappone: il reattore si è disciplinatamente fermato. Nell'incidente di Fukushima, c'è un inquietante concatenarsi di casualità, banali e niente affatto remote e l'incidente mette in luce quanto eventi esterni e incontrollabili possano risultare determinanti. Infatti la vera sicurezza non è che il reattore si fermi, ma che poi si riesca subito a raffreddarlo. E questo non sarà mai possibile garantirlo: in tal senso la centrale nucleare sicura non esisterà mai! Tra l’altro quelle che vogliono costruire in Italia non sono affatto “di ultima generazione”.
Le reazioni di casa nostra sono desolanti. Il capogruppo alla Camera del Pdl Fabrizio Cicchitto dice: “La nostra posizione rimane quella che è, non si può cambiare ogni volta. Abbiamo problemi energetici non da poco”. Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo è ancora più ridicola: “Trovo strumentale e macabra la polemica sul nucleare italiano”. Io propongo a loro il “soggiorno obbligato”, anche gratuito con vista sulle torri del primo impianto che dovesse essere realizzato in Italia (sono certo che gli Italiani lo impediranno e così li salveranno).
Ancora più stomachevoli sono le parole del presidente della regione Veneto Luca Zaia (Lega Nord): “Terremoti o no, nella nostra regione non ci sarà mai nessuna centrale”. Sulla stessa linea i governatori di Lombardia e Piemonte, cioè Roberto Formigoni (Pdl) e Roberto Cota (Lega). Eccoli i “veri sciacalli”: i rappresentanti della Lega Nord che a Roma votano con convinzione per il nucleare e poi vanno sui loro territori a dire che si opporranno alla localizzazione al Nord. Dovrebbero vergognarsi ! E ci auguriamo che i loro elettori li smentiscano quando, tra pochi mesi, si voterà per il referendum sul nucleare, voluto fermamente e conquistato con grande sforzo da Italia dei Valori.

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