L’UNICO NUCLEARE SICURO E’ QUELLO CHE NON C’E’

A chi dice che il nucleare è sicuro, che le tecnologie del terzo millennio azzerano i rischi, rispondo di andarsi a leggere le drammatiche notizie che arrivano dal Giappone, dove, tragedia nella tragedia, ora c’è anche l’incubo per l’esplosione verificatasi nella centrale di Fukushima.

Quello che veniva considerato impossibile è successo, a dimostrazione che nemmeno la tecnologia più avanzata può garantire sicurezza assoluta di fronte all’imprevedibilità della natura, a conferma che l’unico nucleare sicuro è quello che non c’è.

Per fortuna non sembra siamo di fronte un’altra Chernobyl, ma l’incidente pone comunque lo stesso interrogativo: ha ancora senso investire sul nucleare? Anzi, meglio: ha ancora senso investire sul nucleare per un Paese, come l’Italia, che ha abbandonato questa strada per volontà popolare 24 anni fa?

Una domanda talmente banale da apparire ovvia, la prima cosa che a chiunque viene da chiedersi ascoltando le notizie dal Giappone e pensando che sul nucleare l’Italia si sta giocando una fetta importante del proprio futuro. A chiunque ma non al nostro governo e alla maggioranza che lo sostiene, che invece di fermarsi un momento a riflettere responsabilmente sull’opportunità di andare avanti acriticamente sul nucleare, si scagliano contro chi questa riflessione giustamente la invoca.

Il problema non è soltanto quello, comunque enorme, legato ai rischi. A questo si aggiunge infatti anche la sconsiderata miopia di un governo che, nell’abbracciare un programma obsoleto e costosissimo come quello sul nucleare, decide allo stesso tempo di affossare le energie rinnovabili. Assurdo ma vero: tutto il mondo scommette sulla green economy, l’Italia no. Siamo in controtendenza laddove dovremmo e potremmo fare da traino, perché non avere centrali nucleari offre anche una grande opportunità, quella di canalizzare soldi e risorse umane tutti nella ricerca sulle energie alternative.

Insomma, dovremmo guardare avanti e invece rischiamo ad andare indietro. Ma le politiche del governo si possono sconfessare con l’esercizio del voto: ci sarà il referendum, lì potremo dire no al nucleare. E’ già successo 24 anni, può succedere ancora.

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