LA ‘PADANIA LIBERA’ COLONIZZATA DALLE ‘NDRINE

Il Ministro Maroni ha cercato in ogni modo di smentire una situazione evidente, ormai incontrovertibile: la criminalità organizzata si è da tempo radicata al Nord, tanto che ne ha colonizzato le zone più ricche e produttive, come la Lombardia, approfittando di quella politica che non voleva vedere o peggio forniva delle sponde. La Direzione Nazionale Antimafia fornisce un dato allarmante, che dimostra ulteriormente quanto sia fittizia la separazione del Sud dalla ‘Padania’: certo, a meno di non voler pensare che vi siano territori impermeabili alle infiltrazioni malavitose. Ma sarebbe un’offesa all’intelligenza, perché è chiaro che le mafie vogliono estendere i propri tentacoli nei territori più fertili. Il rapporto della DNA va quindi oltre la fotografia di una realtà palese e sviluppa un’analisi più approfondita: perché per la prima volta porta alla luce un fenomeno inquietante che andrebbe affrontata con risoluta consapevolezza.

Dal rapporto della DNA emerge che la diffusione della ‘ndrangheta al Nord è avvenuta con una modalità tanto più pericolosa quanto più è stata ignorata a causa delle difficoltà leghiste rispetto al fenomeno. In Lombardia la malavita non si è organizzata attraverso un modello di imitazione delle attività criminali del Meridione da parte di delinquenti locali ma, come detto, attraverso una vera e propria colonizzazione: le ‘ndrine sono partite alla conquista della cosiddetta ‘Padania libera’ formando un insediamento stabile e organizzato, non occasionale e discontinuo. Esiste la mafia calabrese ed esiste quella lombarda, che dipende dalla prima per le più rilevanti scelte strategiche: tra di loro intrattengono rapporti stretti ma conservano un certo grado di indipendenza.

Quindi, al Nord si stanno sviluppando gli stessi fenomeni che hanno sconvolto e insanguinato il Sud: la ‘ndrangheta lombarda interloquisce con il sistema politico e amministrativo, trovando gli indispensabili appoggi per estendere il proprio impero criminale ed esercitare il controllo di traffici economici illeciti. Oggi, “ultimo ma non ultimo”, il comune di Bordighera (IM) a guida Pdl e Lega è stato sciolto dal Consiglio dei Ministri per infiltrazioni mafiose. La ‘ndrangheta, scrive la DNA, ha “caratteristiche di organizzazione mafiosa presente su tutto il territorio nazionale, globalizzata ed estremamente potente”. L’imbarazzo di Maroni dimostra a maggior ragione che il governo del Paese è nelle mani sbagliate: a forza di parlare di libertà e seccessione, senza occuparsi in concreto di legalità e sviluppo, il centrodestra ha di fatto favorito la diffusione omogenea delle attività criminali, che per lo strapotere a disposizione, oggi rappresentano delle sinistre “istituzioni alternative”. C’è bisogno di un Governo con le mani pulite, che sostituisca questa cricca di affaristi spregiudicati e sceriffi improvvisati, e affronti seriamente la metastasi del nostro Paese.

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