DEMOCRAZIA, E’ IL RAPPORTO DIRETTO TRA IL LEGISLATORE E IL CITTADINO

“Quando viene meno questo concetto di democrazia viene meno anche la Costituzione” Questo e’ quello che al momento sta avvenendo in Italia, vuoi con il porcellum, vuoi per i conflitti costituzionali irrisolti da decenni.

Ma quali sono questi conflitti irrisolti?

(1) In Italia e’ passato sempre il concetto che l’immunita puo’ essere interpretata anche impunita’. In riferimento ovviamente all’ articolo 68. Il solo primo comma :” I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni”, basterebbe a garantire ai parlamentari protezione contro attacchi dei poteri terzi. Il resto dell’articolo ( secondo e terzo comma) sono stati inserite dai nostri padri costituenti per salvaguare ulteriolmente i nostri politici contro i reati comuni, che niente hanno a che vedere con l’immunita’. In netto contrasto con il primo comma dell’articolo terzo:” Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Andrebbero aboliti!

(2) Altro conflitto alberga nell’ articolo 67: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato. Questo articolo democratico e’ stato spesso abusato dai “scilipotisti” ( definizione coniata da Arnaldo De Porti), di ogni eta’. Senza vincolo di mandato significa innanzi tutto, esercitare il diritto di voto secondo coscienza, tenendo in mente il mandato elettorale. I gruppi parlamentarti, la compra/vendita di voti o essere improvvisamente fogorazioni sulla via di Damasco e quindi passare all’ altra sponda, e’ una prassi antidemocratica all’ interno di regolamenti parlamentari. Dove sta il conflitto? Il continuo abuso dei voti di fiducia da parte dei consigli dei ministri posti su disegni legge o decreti, ossia il ripristino del mandato imperiale!
(3) E’ risaputa l’avversita’ dei nostri politici verso la democrazia diretta, obiettivo finale di ogni democrazia, il rapporto diretto tra il legislatore e il cittadino. Ci siamo gia’ pronunciati sulla modifica del quarto comma dell’articolo 75, ossia l’abolizione del quorum ai referendum. Equiparare il voto attivo a quello passivo, qui sta il conflitto cari lettori, per eleggere un politico non occorre raggiungere un quorum, invece per abrograre una legge ingiusta non solo bisogna superare il 50+1%, ma nel corso dei decenni i partiti ad alternanza, hanno fatto in modo che il quorum non venisse raggiunto. Una vergogna del tutto italiana! Ultima vergogna e’ attuale ( ossia di oggi marzo 3) , il no all’ “Election Day”, ossia abbinare le elezioni amministrative di maggio ai referendum, non solo truffa i cittadini, ma in una situazione economica di crisi, il minstero degli interni si prende il lusso di sperperare fondi che potrebbere essere adoperati per l’attuale crisi mediterranea e dei flussi migratorii ( si tratterebbe di circa 300 milioni buttati nel mare nostrum) .Altra anomalia o coflitto e’ al’ articolo 71 ( lo so che mi sto ripetendo non si tratta di un morbo) i nostri padri fondatori, senza mezzi termini, sempre all’insegna di democrazia diretta, vollero dare dei poteri speciali ai cittadini: “Il popolo esercita l'iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli”. Anche questo andrebbe equiparato allo stesso iter parlametare dei disegni di leggi . Ovviamente nessun parlamentare italiano, presente o futuro presentera’ mai un disegno di legge costituzionale, che vada in questa direzione. (loro non sono fessi) i fessi ahime’…siamo noi.

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