Operai di Gaia protestano davanti alla Regione

Il responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti:“Viene da domandarsi come mai in Svezia, in Germania e in altre terre lontane e per l’appunto in un altro continente, non ci siano mai state questioni sui rifiuti, che rappresentano invero ormai un’attrazione turistica partenopea, così come il Vesuvio”

Roma, 15 febbraio 2011 – “Il Lazio in attesa del definitivo passo da gigante che lo unisca ai Paesi del Maghreb Arabo, fa almeno un piccolo passettino e si avvicina alla Campania. Non siamo quindi proprio Terzo mondo ma ci stiamo avvicinando, e la governatrice Polverini fa ben sperare”. Questo è il primo duro commento del responsabile laziale dell’Italia dei diritti, Vittorio Marinelli, rilasciato in merito alla notizia dello sciopero attuato da 500 lavoratori del consorzio Gaia, che hanno manifestato ieri di fronte alla sede della Regione.

I dipendenti, da mesi senza stipendio, reclamano la risoluzione definitiva della crisi che da anni sta investendo l’azienda che si occupa della raccolta rifiuti in diversi comuni dei Castelli romani. La proposta arrivata dall’amministrazione regionale è quella di risanare il debito pari a 50 milioni di euro attraverso l’acquisto della società e l’inserimento dei privati nella proprietà.

L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro interviene analizzando la questione: “Viene da domandarsi come mai in Svezia, in Germania e in altre lontane terre e per l’appunto in un altro continente, non ci siano mai state questioni sui rifiuti, che rappresentano invero ormai un’attrazione turistica partenopea, così come il Vesuvio” –. A pensar male si potrebbe ritenere che con l’immondizia si fanno soldi e pure tanti. Da questo punto di vista la Polverini è certamente donna generosa, e infatti, nel mangia mangia generale, vuole inserire anche i privati”.

“Noi in epoca di anniversari andiamo oltre la Lega – conclude Marinelli –, e più che di secessione desidereremmo una bella conquista territoriale da parte appunto dei paesi europei prima menzionati. Insomma, in ultima analisi, lo scontro è tra cittadini del Lazio di fatto europei e amministratori satrapi mediorientali”.

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