Caso Righi, l’on. Narducci chiede un intervento più deciso da parte del Governo italiano teso a tutelare il connazionale ingiustamente condannato

Oggi, 15 febbraio 2001, il Governo ha risposto all’interrogazione dell’on. Narducci (PD), nella quale si chiedeva quali iniziative intendesse assumere il Ministro degli esteri per accertare che il procedimento nei confronti del connazionale Simone Righi si fosse “svolto in conformità con i princìpi del giusto processo e della parità di trattamento tra accusa e difesa e per garantire la più ampia assistenza e tutela al predetto connazionale”. Narducci ha ricordato che il Signor Righi è stato condannato, il 24 gennaio 2011, dal tribunale provinciale di Cadice a 4 anni e 6 mesi di reclusione per attentato al sindaco di Cadice, Teofila Martinez Saiz, e a 6 mesi di reclusione per resistenza a pubblico ufficiale, oltre a varie pene pecuniarie. Una sentenza emessa dopo un dibattimento che, a secondo le notizie riportate dalla stampa, non ha tenuto conto delle testimonianze a favore del giovane italiano che protestava pacificamente, senza alcuna intenzione violenta, durante una manifestazione animalista contro il canile che aveva soppresso i suoi tre cani e che era convenzionato con il comune di Cadice.

Nella risposta il Sottosegretario Scotti ha rassicurato l’on. Narducci circa l’impegno profuso dal Ministero degli Affari esteri per assistere e tutelare il connazionale Righi. In Particolare, l’on. Scotti ha ricordato che “nostra Ambasciata a Madrid ha svolto molteplici interventi di sensibilizzazione nei confronti delle autorità locali” e ha dichiarato che il Ministero degli Esteri, in raccordo con la nostra Rappresentanza diplomatica in Spagna, “continuerà ad essere vicino al nostro connazionale, alla famiglia ed agli avvocati, assicurando la massima assistenza anche nel prosieguo della vicenda”.

L’on. Narducci, da parte sua ha ringraziato il Sottosegretario per “la puntualità e le informazioni circostanziate che ha fornito a nome del Governo” tuttavia ha sottolineato che, pur essendo convinto che l’Ambasciata d’Italia a Madrid ha a cuore la situazione di Simone Righi, il Governo italiano dovrebbe fare di più per “tutelare un cittadino italiano che, pur essendo parte lesa, è stato accusato di un reato molto grave: presunto attentato alla persona del sindaco di Cadice”. Franco Narducci, infatti, ha ricordato le circostanze della genesi della vicenda Righi risalenti al giorno in cui lo stesso Righi ha scoperto che i suoi cani, affidati al canile di Cadice per alcuni giorni, erano stati illegittimamente soppressi. E invece di ricevere un indennizzo per l’accaduto è stato condannato solo “perché aveva esternato il suo dolore all’indirizzo del Sindaco, gridandole “avete ammazzato la mia famiglia”, mostrando un sentimento nobile che non merita sicuramente di essere punito con la reclusione!”. Narducci ha sottolineato che il “connazionale è stato picchiato duramente dalla polizia, come dimostrano alcune foto riprese da El Pais e da numerosi siti online spagnoli” e che “durante il processo non si è tenuto minimamante o solo parzialmente conto delle testimonianze a suo favore, documentate anche con dei video” ed ha richiamato le testimonianze di una giornalista, “che non sono state minimamente prese in considerazione durante il processo conclusosi con una pena assolutamente sproporzionata”. Pertanto l’on. Narducci ha chiesto al Governo un impegno più forte e “un intervento più deciso” in favore di Simone Righi “perché vi è un fatto grave che offende la civiltà del diritto, vale a dire la violazione del principio di parità di trattamento tra accusa e difesa”.

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