Calipari e i discorsi di Berlusconi

Gentile direttore, alla luce delle notizie recenti sulla morte di Calpari, mi piacerebbe che pubblicaste questa mia intitolata “Distrazione o tradimento?”, apparsa su Liberazione il 3 maggio 2005, nella quale parlavo di tradimento e dei discorsi di Berlusconi. Eccola: “Riguardo alla uccisione di Calipari, ho l’impressione si cerchi di eludere il problema vero, e cioè per quale motivo ai militari del posto di blocco non giunse l’ordine di non sparare su quella macchina. E’ probabile che gli americani dicano la verità riguardo alla non colpevolezza dei militari che hanno sparato; colpevoli sono coloro che non hanno fatto giungere il contrordine al posto di blocco, vale a dire di non sparare su quella determinata macchina. Alcune cose appaiono abbastanza chiare: è da escludere che Calipari non fosse a conoscenza del pericolo che avrebbe corso se si fosse immesso sulla strada senza avvisare chi di competenza. Calipari certamente deve aver ricevuto assicurazione che avrebbe potuto percorrere tranquillamente la strada. Colui che doveva trasmettere l’ordine ai soldati di non sparare, e non lo ha fatto, o è un rimbambito, o è un traditore. E’ ovvio, considerate le caratteristiche dell’evento, che non si è trattato di un agguato, ma non è altrettanto ovvio che non si sia trattato di un incidente voluto. Un agguato avrebbe compromesso l’amicizia tra Italia e America; un “incidente” non avrebbe creato grossi problemi tra i due Paesi. I discorsi di Berlusconi lo dimostrano”.
Renato Pierri

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