Due opere di Nicola Andreace alla Rassegna Internazionale d’Arte Contemporanea "Stoicheia” di Locorotondo (Bari)

Si è inaugurata il 10 dicembre, nella suggestiva struttura di Villa Mitolo a Locorotondo (BA), la prima edizione della Rassegna internazionale d’Arte contemporanea “Stoicheia”–Elementi, promossa dall'associazione “Semata” in collaborazione con il portale “Artemed” e “Le Contrade di Locorotondo”. Alla Rassegna, che presenta un incontro-confronto di opere selezionate, provenienti dalle più svariate regioni d’Italia, dalla Francia e dall’Albania ed è gemellata con l’Asociacion Valentin Ruiz Aznar di Granada (Spagna), è stato invitato l’artista massafrese Nicola Andreace (la rassegna si può visitare fino al 16 dicembre 2010), che vi partecipa con due opere pittoriche, “Pulsioni vibranti”n°5 (ved. foto) . e “Dalla Poetica alla Denuncia”, eseguite con tecnica mista su tela, cm 70x 100. In esse l’artista, in una sintesi concettuale con rapporti equilibrati dimensionali, esprime il suo stato d’animo ed il suo sofferto dibattito interiore di fronte al destino dell’uomo e del suo habitat.. Il suo linguaggio raffinato, fatto di segno e di colore acceso, esprime la forza delle sue ricerche e delle sue rielaborazioni meditate dei movimenti d’avanguardia risolte in trasfigurazioni, ricche d’intimismo partecipativo. Nicola Andreace è uno dei più noti artisti del centro sud. Nato a Taranto nel novembre del 1934, dopo i primi anni di vita, si è trasferito a Massafra, dove vive ed opera. Ha seguito gli studi artistici che ha completato presso l’Accademia di Belle Arti. Già Ordinario di Disegno e Storia dell’Arte nei Licei Scientifici di Stato, dove ha esperienza di Presidenza, ha svolto per la sua materia la funzione di Commissario e Presidente nei Corsi e Concorsi Ministeriali. Dal 1960 al 1972, ha collaborato attivamente all’organizzazione della “Rassegna d’Arte Contemporanea Città di Massafra” con la funzione, in molte Edizioni, di Segretario. Dal 2004, un’esposizione permanente nel Centro di Studio e Ricerche “Segmenti d’Arte” di Massafra testimonia l’intero percorso creativo di Nicola Andreace, che ha esordito nel 1957, partecipando ad una collettiva di Pittura presso la Pinacoteca Provinciale di Bari. Dopo essersi presentato come “disegnatore vigoroso e colorista acceso” (come ha scritto Pietro Marino), ha affrontato le tematiche concettuali del tempo, con accenti popolareschi ricchi di espressionismo neorealista. Sensibile, infatti, a tutto ciò che si muove attorno all’Uomo e attento osservatore della realtà territoriale dei problemi socio ambientali, dopo i primi inizi di studio sull’Arte materica e segnica, ha proseguito con indagini socio­antropologiche. Sollecitato dai fenomeni dell’industrializzazione, violentemente inseritisi in una realtà contadina, ha proseguito con studi e ricerche che ripercorrono le tappe del passaggio dalla civiltà contadina alla società tecnologica (1957-1967). Mec-Art, pittura “oltre”, con significazione metalinguistica, antropologia e tecnicismo reportages ed impegno civile (1968-1981) sono state le tappe successive del suo percorso. Ha analizzato, così, la società convulsa e frettolosa sottolineando impietosamente il dramma dell’uomo moderno. Andreace, che nella sua città ha la possibilità di collaborare con la critica culturale nazionale emergente dell’epoca, da Pietro Marino a Franco Sossi, da Achille Bonito Oliva a Michele Perfetti, da Edoardo Sanguineti a Eugenio Miccini, a Maurizio Calvesi, da Silvio Ceccato a Vittorino Andreoli, ecc., distingue gli equivoci e i passaggi dell’Arte Pop, fra ghestaltismo e nuova figurazione, fra astrattismo ed Arte concettuale. La crisi dei valori dell’uomo, il recupero della memoria storica, gli ideogrammi, i messaggi visivi di fine-inizio millenni, l’euromediterraneità sono state le fasi successive delle sue indagini che si sono concretizzate nell’Umanesimo Tecnologico (dal 1982 al 2005) con tutte le tensioni, le lacerazioni e le contraddizioni della nostra società. Dal 2006 con il Post Human ha dato vita ad un racconto intrecciato fra “design” e pittura colta, assemblando stralci di suoi manifesti (realizzati per eventi culturali organizzati da Universith, Ministeri, Associazioni, Enti Istituzionali e Sindacati) con simboli, allegorie immagini della tradizione storica e mitologica. Dalla fine degli anni cinquanta ha realizzato opere di scultura e di strutture architettoniche in cemento armato, acciaio, ferro, legno e terracotta. Dal 1965 svolge interventi operativi e sperimenta nuove tecniche espressive nel campo della grafica, e cimentandosi con la cultura optical, la psicologia della forma, l’astrazione, l’Arte minimal, realizza manifesti d’Arte, pubblicazioni, annulli e messaggi filatelici speciali per manifestazioni culturali celebrative. La maschera “Lu Pagghiuse” da lui progettata dopo sue analitiche ricerche e studi socio-antropologici, è diventata una delle due maschere ufficiali del Carnevale di Massafra, “magia dello Jonio”. La sua presenza documentaria è registrata in Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale di Venezia; Archivio Storico Esposizione Nazionale Quadriennale d’Arte di Roma; Biblioteca dell’Accademia di Brera, Milano; Biblioteca della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, etc. Numerose sono le sue monografie. Andreace è stato anche oggetto di studio e di ricerca per tesi di storia dell’Arte discusse presso l’Università di Lecce, relatori i professori Lucio Galante, Letizia Gaeta e Massimo Guastella. Rai-3/Telenorba/Studio 100/ Telesud hanno diffuso con servizi notizie sulla sua attività e sulla sua presenza operativa. L’artista continua a partecipare alla vita artistica nazionale ed estera con Mostre Personali e Collettive.

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