Il piano nazionale del governo per l'infanzia è tardivo e inadeguato, si sbandierano i principi e si tagliano le risorse economiche. Dal PD una proposta di Legge Quadro sull’Infanzia e Adolescenza
Si celebra oggi il ventennale dall’entrata in vigore da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite della “Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”, approvata nel 1989 dall’Assemblea e ratificata dall'Italia con legge del 27 maggio 1991, n. 176.
E' un trattato vincolante nell’ambito del diritto internazionale, che codifica i principi guida che gli Stati membri delle Nazioni Unite hanno accettato di considerare universali, cioè applicabili a tutti i bambini, di qualsiasi nazionalità o cultura, in qualsiasi tempo e senza alcuna eccezione, per il solo fatto di essere tutti membri della famiglia umana. Questo trattato ha ispirato modifiche a molte leggi nazionali esistenti, per tutelare più efficacemente i bambini. Ma a che punto siamo dopo quasi 20 anni?
Cecilia Carmassi, Responsabile Politiche per la famiglia della Segreteria nazionale del Pd, lancia l’allarme: “I figli iniziano ad essere un lusso che non tutti si possono permettere! In un Paese che ha bisogno di incrementare la natalità gli investimenti in servizi e misure di sostegno ai bambini e adolescenti dovrebbero essere una priorità, così come gli investimenti per prevenire il disagio dei giovani o per accogliere ed accompagnare nella crescita i bambini che non hanno una famiglia. Invece, con la legge di stabilità è stato azzerato il fondo per gli asili nido e con i fondi legati alle politiche sociali abbattuti dell'80% in 3 anni. Il Partito Democratico, al contrario, ha messo al centro delle sue politiche proprio le giovani generazioni a partire dalle politiche di riforma fiscale prevedendo un bonus di 3000 euro ogni anno per ogni figlio”.
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Il problema è che ci accorgiamo dell’infanzia solo per le tragedie, come è emerso dalla conferenza del Forum Infanzia e Adolescenza del Pd, “I bambini via dalla cronaca nera: rimetterli al centro”, con Anna Serafini, presidente del Forum infanzia e vicepresidente Commissione parlamentare infanzia, la stessa Carmassi, Sandra Zampa, deputato capogruppo Pd Commissione parlamentare infanzia, e Lorena Rambaudi, assessore regionale alle politiche sociali in Liguria. che ha raccolto anche l’appello del Presidente Giorgio Napolitano ad un’azione più incisiva sui diritti dei minori.
Si è parlato anche del messaggio del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in occasione della giornata: “Ho già avuto modo di richiamare, in più occasioni, la necessità che l'azione dello Stato e degli enti territoriali in favore dell'infanzia e dell'adolescenza si imperni innanzitutto sul sostegno alle famiglie nel primo, fondamentale percorso educativo e sulla destinazione alla scuola e alla società civile di risorse economiche e culturali adeguate. E’ compito della collettività offrire al mondo dell'adolescenza, ancora fragile e impegnato in un delicatissimo cammino formativo, modelli positivi e non effimeri che riaffermino con chiarezza il primato dello studio, dell'impegno e del sacrificio nel conseguimento di ogni importante conquista individuale“.
Il richiamo del Presidente sembra andare nel senso opposto rispetto alle politiche economiche e sociali attuate dal governo Berlusconi contro il quale il Pd e le opposizioni si battono. Noi consideriamo i bambini e gli adolescenti il migliore investimento per il presente e il futuro, in quanto la crescita del Paese è legata alla loro crescita sociale e culturale. Siamo convinti che dalla crisi che attanaglia l’Italia non si esce se non si svolta anche nelle politiche a favore dell’infanzia e dell’adolescenza. Invece la risposta del governo con il ‘Piano nazionale infanzia’ presentato nei giorni scorsi è tardiva, inadeguata e priva di risorse certe, come spieghiamo nella nostra scheda. Puri principi a cui non corrispondono né azioni né risorse come spiega Daniela Sbrollini, deputata Pd componente della Commissione bicamerale per l’infanzia: “Il Governo presenta progetti bandiera, ma con la Legge di stabilità taglia le risorse e svuota le politiche. Nel prossimo triennio i fondi per l'infanzia e per le politiche giovanili subiranno una riduzione progressiva del 30% annuo – ci spiega – I numeri parlano chiaro e sono allarmanti. Si passa da 346 milioni di euro destinati nel 2008 al Fondo per le politiche della famiglia ai 52 del 2011, e addirittura i 100milioni di euro destinati al Fondo servizi infanzia del 2008 diventeranno 0 nel 2011″.
Un piano inadeguato anche per le altre opposizioni e per la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, a cui il PD offre soluzioni migliorative, come la definizione dei livelli essenziali sulle prestazioni sociali e i diritti dell'infanzia (bisogna riconoscere concretamente i bambini come soggetto di diritti e non più come oggetto) e dell'adolescenza, la riforma della giustizia minorile e l'assunzione di proposte già depositate e in parte già inserite in un iter legislativo.
Proposte che non sottovalutano il tema dell’integrazione, come ha ricordato la Serafini: “I bambini sono tutti uguali e la vera integrazione si fa a partire dai bambini che nascono e crescono in Italia da genitori stranieri: per definizione non possono essere definiti immigrati e hanno il diritto di essere italiani a tutti gli effetti”.
Ora la Proposta di legge quadro sull’Infanzia che le racchiude tutte, finanziata con un Fondo che aumenti progressivamente rispetto al Pil sarà al centro della prima conferenza nazionale del Pd sull'infanzia e adolescenza che si svolgerà a Palermo.
Insomma no alla retorica, si agli impegni, come scrive Cecilia Carmassi.
Dare risposte alle famiglie (Documento PDF)