Riferimento: "Pedofilia. I dubbi dei cardinali sulla tolleranza zero"

di Sandro Magister

E' sempre facile descrivere, commentare, proporre, spiegare… resta però certo il fatto che, se per spiegare la pedofilia ecclesiastica si afferma come vero il concetto di maggiore o minore gravità dell'atto commesso, che è e permane gravissimo perché sempre tende ad un soddisfacimento di un piacere sessuale personale attraverso l'abuso su un minore, è lecito asserire che maggiore è il numero delle leggi, dei distinguo, della possibilità di applicazione delle lettera o dello spirito della legge stessa, maggiore sarà il turbamento nelle genti. Turbamento che sempre più produrrà un solco profondo di distanza tra chiesa e popolo, anche credente, che vorrà tornare ad una fede privata e non gerarchica che, sia detto chiaramente, non ha alcun senso per le blasfemie che adotta spacciandole per verità.
Per quanto in altro Vostro articolo è il riferimento a Francesco d'Assisi ed alla povertà di denari e costumi, si può affermare che la chiesa di Roma ne ha disatteso ogni insegnamento derivante dalla storia del Fondatore del cristianesimo, infatti, la chiesa manifestandosi con le parole: “Sono nel mondo, con il mondo, ma non sono di questo mondo” tradisce tutto l'antico testamento dei cosiddetti “fratelli macciori” ed anche proprio, specie in riferimento ad Esodo 22,25; Levitico 25-35,38; Deuteronomio 23-19,21 in cui apertamente è condannata l'usura. Ma la storia della chiesa, anche attraverso lo IOR, è una sfida millenaria anche della condanna che ha asserito. Da papa Callisto fino ai tempi dei Rotschild ed oltre la chiesa ha vissuto d'usura in efficace simbiosi con usurai, specie ebrei cui era demandato il recupero dei crediti.
Non voglio essere più lungo.
Saluti
kiriosomega

http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1345646 e http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1345540

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