L’amore da Dio benedetto, renderebbe meno puri, soprattutto le donne

Rufino da Aquileia (345 – 410) scriveva: “Nel concepimento, nella nascita e nell'allattamento di Gesù venne rispettato ogni processo naturale, ad eccezione dell'atto passionale della procreazione da parte dell'uomo e della lacerazione dell'utero al momento del parto”. San Zeno afferma che il parto era avvenuto senza dolore, che il bambino era nato perfettamente pulito, che Maria aveva partorito senza subire ferita, che era vergine e che tale restò dopo il parto. Questioni di lana caprina che non mi è mai interessato approfondire più di tanto. Ma ciò che dà fastidio, è questo voler confondere la purezza spirituale con la verginità fisica, volere a tutti i costi legare indissolubilmente la prima alla seconda. Concetto poi che vale molto più per le donne che per gli uomini. La Chiesa, infatti, ha sempre elogiato moltissimo la verginità della donna, e assai poco quella dell'uomo. I preti abbracciano il celibato (la Chiesa fa male ad imporglielo) ma non fanno voto di castità; le suore fanno voto di castità. L'amore da Dio benedetto (“Quindi Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi»” – Gn 1,28), renderebbe meno puri, soprattutto le donne. La ragione della nascita di Gesù da una vergine, non può essere individuata nel fatto che una donna vergine sia pià pura di una donna non vergine.

Miriam Della Croce

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