Festival del cinema africano

Il continente tra i più affascinanti, ricco di bellezze e risorse naturali, ma martoriato da eterne guerre, vive in questi anni, un meritato riconoscimento nell’arte cinematografica, riscattandosi agli occhi del resto del mondo. Forse nessuno più di loro lo merita. E’ in svolgimento la trentesima edizione del Festival del Cinema Africano di Verona dal 12 al 21 novembre. Il tema centrale di quest’anno, sarà “Generations” cioè un confronto sui sogni e desideri d’indipendenza e libertà tra le generazioni passate e future per capire come questo desiderio abbia preso corpo tra le complicate politiche economiche e sociali e si sia trasformato. Dietro la cinepresa troviamo l’occhio culturalmente preparato, attento e creativo di giovani generazioni di registi che volgono lo sguardo verso il futuro.
Il Festival propone un programma, con le migliori produzioni cinematografiche africane degli ultimi anni. C’è una sezione speciale, che propone dieci film di cinque registi contemporanei provenienti da ogni parte dell’Africa, selezionati anche da un team di critici locali. Le sezioni in concorso sono tre, otto lungometraggi per PanoramAfrica, tredici cortometraggi per Africa Short ed otto documentari per Africadoc, che verranno esaminate, da una giuria composta da critici e dalla giuria popolare del pubblico in sala. Successivamente si svolgeranno tre dibattiti: lunedì 15, “Generations: Ieri,oggi e domani del sogno indipendente africano”, un incontro dedicato ai trent’anni del Festival di Cinema Africano di Verona, con registi e critici e moderato da Anna Maria Gallone, direttrice artistica del Festival del cinema Africano di Milano; martedì 16, “Women Generations”, una tavola rotonda sul ruolo della donna durante e dopo il cinquantenario dell’indipendenza africana, con Cecile Kengue, Briget Yorgure, Haram Sibide e Malice Omondi, moderato da Ismail Ali Farah; e mercoledì 17, ‘Fnac Generations’, incontro con giovani registi e attori africani, alla presenza di Rehema Nanfuka, Kamau Wa Ndungu e Nick Reading, moderati da Fabrizio Colombo.
Questa iniziativa è nata nel 1981, grazie all’interessante mensile Nigrizia, – fondato dai missionari comboniani, che parla dei conflitti in atto in Africa, molto legati all’occidente – ed al Centro missionario diocesano. Il Festival di Verona ha proiettato in questi anni oltre 400 pellicole e fatto conoscere più di 200 registi, critici ed intellettuali africani, che hanno avuto la possibilità d’interagire e confrontarsi con un pubblico sempre più numeroso ed attento. Sono cinquanta i film in programma, venti le prime visioni, quattordici le registe donne. Tra le pellicole già celebri, troviamo Un homme qui crie di Mahamat-Saleh Haroun (Premio della Giuria a Cannes), il cortoPumzi di Wanuri Kahiu (Premio Città di Venezia 2010), Soul Boy di Hawa Essuman(premiato all’International Film Festival di Rotterdam); Lezare di Zelalem Woldermariam (Tanit di Bronzo alle ultime JCC di Tunisi), Imani di Caroline Kamya e il collettivo Congo in Four Acts (presentati al Festival di Berlino).
La novità dell’edizione di quest’anno è costituita da una sezione dedicata al tema dell’immigrazione, dove saranno presenti produzioni italiane sull’argomento migranti e della diaspora africana in Italia, fra cui Il sangue verde di Andrea Segre e Soltanto il mare di Dagmawi Yimer, Fabrizio Barraco e Giulio Cederna. Anche la cultura e la scuola sono una tematica fondamentale, che sottolinea l’importanza del cinema come strumento di diffusione, promozione e sensibilizzazione delle tematiche interculturali. L’aspetto originale ed interessante di questa sezione sarà una Giuria composta da studenti che valuterà i film proposti. La storia dei trent’anni del Festival, inoltre verrà raccontata in un libro, voluto dal comitato promotore, con cui analizza il percorso del cinema africano, i suoi linguaggi, l’evoluzione, le tendenze ed i generi. Parte del testo sarà redatto in collaborazione con Wikiafrica e Wikimedia e consultabile online su Wikipedia.

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