A Roseto in foto l’Italia

Nelle immagini ci affascina una porzione di reale che non ci aspettavamo di vedere in quel modo. Avviene una sorta di 'riconoscimento' di un pezzo del reale, di elementi reali. Più l'immagine rappresenta un qualcosa che non avevamo ancora visto in quel modo, più ci meraviglia, ci incanta. Quando una foto invece ci sembra banale? Quando rappresenta una consuetudine, un qualcosa di abituale, un oggetto comune, visto e rivisto in quel modo, riconosciuto come normale nel nostro 'mondo' di vedere, un po' come una battuta scontata che non ci fa ridere perché ce l'aspettavamo proprio così. La bella fotografia è quindi un piccolo ritaglio di vita che in pochi istanti riconosciamo come rappresentante di un mondo che sta tanto fuori quanto dentro di noi, coinvolgendoci nei sentimenti. La nostra mente non è mai ferma, interpreta, elabora, insomma fa la cosa per cui ha motivo di esistere: si mantiene in vita.
Sebbene io trovi che nella “normalità” ci sia molto da scoprire e da apprezzare, credo che ciò che nell’arte, e nella vita in generale, faccia la differenza, sia qualcosa di diverso, di originale, come quelle foto che generano emozioni. In fondo, anche scoprire la bellezza di ciò che si pensa “normale”, scontato, ha qualcosa, in sé, di originale. La fotografia è come una canzone. È lo specchio dove ritrovarsi, guardarsi dentro e scoprire un po' di più chi sei. E così, trovare anche la forza per andare avanti. L'occhio separa da una parte il mondo reale e dall'altra il mondo mentale, quel mondo fatto di miliardi di cellule vive che 24 ore su 24, da tanti anni quanti quelli che abbiamo, scambiano dati, controllano, memorizzano, elaborano.
Solo questo lavoro che sta dietro l'occhio dovrebbe bastare come sola meraviglia, ma la magia non si ferma qui. La nostra mente è in grado di reagire in modo emozionale alla semplice visione di una piccola immagine su un pezzo di carta o su un pezzo di vetro. Guardiamo per pochi istanti una foto ed il processo inizia, parte l'elaborazione. Più associazioni si creeranno e più emozioni ne verranno fuori. Saranno queste emozioni a farci dire: che bella foto. Le emozioni risultanti potranno essere anche relative a sentimenti di tristezza, malinconia, ma un buon critico non deve giudicare tanto il tipo di emozione provata quanto il processo che ha portato a quell'emozione. Ci si può emozionare nel bello e nel brutto dei sentimenti umani, ma la bellezza della fotografia dovrebbe rimanere immune da classificazioni di questo tipo. La bella foto è bella perché il processo associativo porta ad un'emozione, quale che sia non ci deve influenzare, eventualmente influenzerà il nostro genere di foto che ci piace vedere o meno. Il processo associativo dell'osservazione viaggia un po' come nel mondo dei sogni. E' infatti un'immaginare, sognare ad occhi aperti. Come nel mondo dei sogni le immagini, i simboli, i ricordi, le esperienze si associano, creando una trama. E' un mondo da psicoanalisi che a noi interessa comprendere solo in minimi dettagli. Nel grande gazebo dell’Hotel Bellavista di Roseto Degli Abruzzi, allestita la 1° edizione della Mostra con pubblicazione del catalogo/libro ed un DVD documentario “150 anni dopo, ” con performance/rappresentazioni di pensieri e parole sul tema. Il Premio, a tema su “ Immagini e sguardi d’autore per i 150° anni di Unità nazionale,spazi e vedute culturali per il futuro”, si suddivide in tre sezioni: arte fotografica, video arte , performance. Ognuno dei partecipanti, può raccontare, attraverso gli scatti, i valori e le tradizioni inerenti il territorio. Per ulteriori informazioni ed anteprima: . La mostra, inaugurato il 28 ottobre, si chiuderà il 14 novembre. L’ingresso è gratuito.

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