Via il lodo Alfano e cambiamo il fisco

Ritirare il Lodo Alfano, il processo breve e il legittimo impedimento, per conforntarsi su riforme utili, come quella del fisco.
“Giorno e notte siamo attorno ad una legge aberrante che sono sicuro spazzeremmo via con il referendum mentre il Paese ha tutti altri problemi che il Lodo Alfano. Lo ripeto da mesi: il governo non ha una guida politica. Il centrodestra deve prendere atto della sua crisi, lasciare la parola al presidente della Repubblica e al Parlamento. E noi abbiamo una proposta, un governo di transizione per fare una riforma della legge elettorale. La riforma elettorale serve a mettere in sicurezza la democrazia visto che oggi con il 34% uno può fare il presidente della Repubblica”. Parola del segretario del Pd Pier Luigi Bersani, ospite di SkyTG24 – L'intervista, l'approfondimento del canale all news curato e condotto da Maria Latella.

Con il referendum spazzeremo via il Lodo Alfano. “Gli italiani – osserva parlando dell'ipotesi che si arrivi al referendum – non approverebbero una legge costituzionale 'ad personam'. Io voglio un governo sgombro dai problemi del premier, che dovrebbe dire: ai miei problemi con la giustizia 'ghe pensi mi'. Berlusconi potrebbe fare questo gesto storico che introdurrebbe un elemento di rasserenamento, anche se non di pacificazione nella politica italiana. Invito il governo a tirare il Lodo Alfano fuori dal Parlamento per parlare di riforma fiscale, questa è la mia proposta. Certamente – ha aggiunto – le grandi riforme vanno affidate agli elettori”.

Perché allora non andare subito alle urne? “Bisogna andarci – ha risposto Bersani – ma con un altro meccanismo e con progetti nuovi. In ogni caso se e quando arriveremo ad elezioni anticipate, deve essere chiaro che dipende dal fallimento del centrodestra, con il ribaltamento del partito del predellino e un agenda di questo paese incentrata solo sui problemi di un uomo solo, mentre, milioni di italiani hanno tantissimi problemi”.

E accusa il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti di “un atteggiamento “dilatorio” sulla riforma fiscale. Dialogheremo quando il governo porterà in Parlamento il suo testo di riforma. Vedo che parla o forse chiacchiera sul fisco – ha detto Bersani – Noi intanto abbiamo avanzato una proposta che scarica il peso dalle famiglia e dal lavoro e lo carica su evasione e rendite”. Maria Latella ha ricordato la risposta di Tremonti, nella quale afferma che prima vanno incassati gli introiti dalla lotta all'evasione, altrimenti è come mettere il carro davanti ai buoi: “Mi ha risposto così – ha convenuto Bersani – ma è un curioso argomento per un ministro che ha già messo a bilancio una decina di miliardi dalla lotta all'evasione senza aver preso misure concrete. Lui davanti ai buoi ci ha messo una carovana. D'altra parte – ha proseguito – il ministro che ha fatto il più grande e vergognoso condono, difficilmente può fare la lotta all' evasione. Queste pratiche dilatorie non reggono più, la riforma è urgente”.

Economia e lavoro perché “il nostro compito è proporre un patto sociale davanti alla novità della globalizzazione e noi abbiamo le idee per concretizzare questa proposta. Tutti i sindacati confederali dovrebbero fare ''un passo avanti'' per ritrovare l'unita'. Devono essere lasciati cadere ''parole e atti'' che incitano alla violenza, come quella di ''accusare di tradimento'' coloro che hanno opinioni diverse”.

Le parole di Bersani suonano come un appello: “Noi siamo un partito riformista di governo, momentaneamente all'opposizione e non veniamo misurati sulla base della nostra adesione a una manifestazione sindacale. Il nostro compito, insisto, e' proporre un nuovo patto sociale. Noi abbiamo delle idee: ci deve essere un peso accresciuto della realtà aziendale, una accresciuta partecipazione dei lavoratori, una riforma del welfare che abbia nuovi strumenti come un salario minimo. Girando l'Italia ho visto che lavoratori che sono stati insieme da 30 anni ora litigano. Non è possibile, ognuno deve fare passi avanti”.

“Se la Rai se fosse una azienda normale -ha detto il leader dei Democratici- anziché stare sempre sul lettino dello psicanalista saprebbe fare i conti, con i costi e i ricavi. A volta quello che costa molto ti porta molto, e quello che costa meno magari ti fa perdere. La Rai dovrebbe ragionare cosi', naturalmente dentro una vigilanza”. E alla richiesta di un parere su un ruolo in Rai per Franco Bernabé, porposto oggi da Veltroni, non si sbilancia: “Io sui nomi non dico niente, ma il concetto e' quello. Abbiamo grandi aziende pubbliche che hanno avuto libertà di muoversi e hanno ottenuto un risultato. Ci sono uomini in grado di garantire la libertà aziendale”.

Rispondendo all'ultima domanda della Latella il segretario del PD ha detto che non non andrà a Terzigno, tra chi protesta contro la discarica: “Non è il momento di accendere i fuochi che sono già alti, ma questa vicenda insegna che non si governa con i miracoli, che finiscono in discarica. Si governo con procedure ordinarie e chiedendo la solidarietà. E' inutile chiamare i Mandrake”.

Marco Laudonio
foto di Francesca Minonne

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