Nei racconti epici e tragici, la figura che va per la maggiore è quella del traditore, ma da quello che si evince anche nella realtà non si scherza. Da Sinone subdolamente abbandonato dagli Achei sotto le mura di Troia a Gano di Magonza nel ciclo carolingio per arrivare a quello più noto di Giuda che per tutto il medioevo sarà l’archetipo di ogni traditore, che continua a moltiplicarsi, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Quelli contemporanei della scuola non hanno nome, ma sanno tramare bene nell’ombra. Nell’Inferno dantesco i traditori sono coloro che hanno commesso il peccato più grave ed imperdonabile, e nelle bocche di Lucifero si trovano i tre traditori per eccellenza: Cesare, Bruto e Cassio, e Giuda Iscariota, da non confondere con Giuda Taddeo. Il traditore di solito non viene mai caratterizzato con i tratti della forza e del coraggio, ma come subdolo, viscido, ingannatore, codardo, tessitore di trame ed orditi. Non a caso uno dei traditori del “Signore degli Anelli”, Grima Vermilinguo, per mettere in cattiva luce Gandalf davanti al re, lo accusa di essere ladro, portatore di cattive notizie, raccoglitore di spoglie, uno che si immischia nei dolori altrui, mangiatore di carogne che s’ingrassa con le guerre ed altre cose simili. Il lettore sa, chi in realtà è il traditore fra i due, ma i personaggi all’interno della trama non ancora. Invece Gollum è il traditore tolkieniano più ripugnante per egoismo e debolezza insieme: egoismo perché brama il suo “tesoro” e debolezza, perché non trova una via diritta per impadronirsene. In queste figure si possono riconoscere questi personaggi, nelle innumerevoli docenti abilitati, che continuano a minare e mettere il bastone tra le ruote ai non abilitati di terza fascia ed a chi si occupa di perorare la loro causa. E’ di poche settimane fa, la notizia di un gruppo di precari abilitati che, mascherandosi dietro facebook, attivano iniziative d’ostruzionismo nei confronti di Adida, – unica associazione riconosciuta per la tutela dei diritti dei docenti di terza fascia – ed invitano amici del movimento, a scrivere e contattare sistematicamente tutti i politici che li sostengono, pregando loro di interrompere qualsiasi aiuto ai precari non abilitati, affermando che essi sono stati assunti attraverso un sistema “non meritocratico”. Questa affermazione è del tutto falsa perchè l'accesso alle Graduatorie d'Istituto era riservato ai soli possessori di lauree e diplomi. ( riferimento link) Non bisogna inoltre dimenticare, che i non abilitati sono insegnanti spesse volte plurilaureati, che non hanno conseguito l’abilitazione per le cospicue tasse annuali e che non sono andati a comprarsela in qualche strana università on-line e non, in tre o quattro mesi, come è stato ampliamente detto anche una puntata di Report di Milena Gabanelli. Oltre ai costi non proprio popolari delle tasse universitarie, bisogna aggiungere anche le volute omissioni d’informazioni sullo svolgimento dei corsi abilitanti. Quanti in Piemonte sanno che i Cobaslid hanno terminato di abilitare nel 2010? Le nuove iscrizioni alle Siss sono state bloccate nei 2007, quelle dei Cobaslid nel 2008, ma in Piemonte non si diceva nulla. In diverse Accademie di Belle Arti italiane sono state attivate, ma in Piemonte no. Neanche i sindacati hanno fatto attenzione a questo “dettaglio”, che ha fatto perdere l’opportunità a tante persone. Alla domanda di questa “dimenticanza”, un sindacalista della Cisl scuola di Torino rispose, che la Regione Piemonte non poteva sapere cosa facesse la Regione Lombardia. Questa risposta avrebbe avuto senso se fossimo in un altro Stato, ma visto che siamo in Italia e le graduatorie sono NAZIONALI è doveroso sapere cosa fanno le regioni vicine, altrimenti gli abilitati, ad esempio del Veneto, hanno tutti i diritti di venire in Piemonte e prendere le cattedre. Il decreto firmato il 10 ottobre 2008, autorizzava le accademie ad attivare i corsi Cobaslid, ma avrebbero dovuto farlo tutte le istituzioni accademiche, non a discrezione ed i sindacati, avrebbero dovuto divulgarne la notizia, in vista di un futuro nefasto, paurosamente atteso della scuola. La morale di questa triste vicenda è che, a causa delle grandi difficoltà di trovare comunanza e solidarietà tra docenti che giudicano senza cognizione di causa e superficialità, la storia dei non abilitati sarà infinita.