“Legge bavaglio” e censura a scuola

Il 23 ottobre è uscito un articolo scandaloso su Repubblica.it di Salvo Intravaia, che dice: …

“Criticare pubblicamente la riforma Gelmini può costare ai dirigenti scolastici fino a tre mesi di stipendio. E alzare la voce nei confronti di un genitore una multa, fino a 350 euro. Stessa sanzione, da 150 a 350 euro di multa, per i capi d'istituto che andassero in giro senza cartellino di riconoscimento o che non avessero provveduto ad apporre una targa con nome e cognome davanti alla porta della propria stanza. Con la pubblicazione sul sito del ministero dell'Istruzione, avvenuta il 21 ottobre, il Codice disciplinare per i dirigenti scolastici è pienamente operativo. Da oggi, i capi d'istituto dovranno stare attenti a esprimere la propria opinione in pubblico o sui media. Se infatti le loro dichiarazioni dovessero essere considerate lesive dell'immagine dell'amministrazione potrebbe scattare la “sospensione dal servizio con privazione della retribuzione da un minimo di tre giorni fino a un massimo di tre mesi”. Il codice Brunetta (“Comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni”), recepito anche per i presidi, non ammette dichiarazioni pubbliche che vadano a “detrimento dell'immagine della pubblica amministrazione”. A maggio di quest'anno, il direttore dell'Ufficio scolastico regionale, Marcello Limina, aveva avvertito insegnanti e presidi: meglio “astenersi da dichiarazioni o enunciazioni che in qualche modo potessero ledere l'immagine dell'amministrazione pubblica e rapportarsi con i loro superiori gerarchici nella gestione delle relazioni con la stampa”. Insomma: niente interviste tranchant su giornali e in tv. Ed era scoppiato il finimondo, con l'opposizione che ha chiesto di rimuovere Limina e la maggioranza che lo ha difeso.” …

Dopo aver letto questo articolo, si può provare maggiore amarezza ma non sbigottimento, perché nella scuola è da diversi anni che si respira un clima di terrore ed a seconda del dirigente scolastico, non sempre è lecito esprimere liberamente e democraticamente, nel limite della buona educazione, le proprie opinioni. Non mi stupisce che questa censura venga estesa ed imposta ai presidi, con relativa sanzione, come forma di “rispetto” nei confronti di un Ministro fantoccio, una marionetta che fa tirare le proprie fila felicemente da burattinai senza scrupoli, visto il lauto stipendio mensile. In questi periodi di proteste, non ha avuto neanche il coraggio di parlare direttamente a tutti i rappresentanti del mondo della scuola, perché non possiede idee proprie ed è consenzientemente “obbligata” ad eseguire degli ordini. L’atteggiamento del Ministro M.S. Gelmini ricorda quello di alcuni gerarchi nazisti, che al processo di Norimberga, giustificavano gli eccidi, con il fatto di aver dovuto eseguire semplicemente degli ordini impartiti dai superiori, altrimenti, pena la morte. Meglio la loro eliminazione, dai posti di governo, che quella del sacrificio di occupazione dei veri lavoratori. Il nostro povero Paese è inabissato in un oscurantismo pauroso, dove dilagano, proprio a causa della crisi in modo persistente, corruzione, collusione, connivenze, anche all’interno della scuola. Quando il Ministro Brunetta, un po’ di tempo fa parlava di meritocrazia, l’intendeva forse nei confronti di persone succubi, leccapiedi, prive di idee proprie e d’anima? Siamo una Nazione destinata all’estinzione, perchè non si danno possibilità ai giovani ed alle persone mature, ma potenzialmente ancora attive, di contribuire alla sopravvivenza del nostro popolo italiano. Tra pochi mesi si festeggeranno i 150 anni dell’Unità d’Italia, ma questa festa sembra un eufemismo, priva di senso e significato. Viviamo momenti dove dilaga il razzismo, il federalismo, si sente parlare di separare e tagliare in tutti i settori. L’unico “Taglio”, che ha avuto un significato pregnante, rimane soltanto quello di Lucio Fontana.

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