SI PUO’ CONTINUARE A VIVERE COSI’ ? O SIAMO AD UN PUNTO DI NON RITORNO ?

La sensazione che questa nostra società vive nell’osservare il clima sociale, politico, religioso ed economico di questo tempo – non ho dubbi nell’affermarlo – è di assoluto sconcerto e totale smarrimento di fronte non solo all’esistente, ma anche di fronte agli anni che verranno: è infatti, del tutto improgrammabile un futuro, sia nel breve che nel lungo termine, non essendoci più dei punti oggettivi di riferimento che consentano appunto di progettare il domani come si poteva invece fare circa un decennio fa.

Le ragioni, a mio avviso, sono molteplici seppure riconducibili ad un’unica causa che è la disintegrazione del rapporto umano, ormai privo di ogni sentimento improntato all’etica, essendo esso stato proiettato unicamente verso il business, il successo, secondo una dottrina fasulla di cui l’attuale politica è – ahimè – un pessimo maestro.

Il guaio è che ogni evento, bello o brutto che sia, esaurendosi dopo una certa incubazione, lascia sul campo gli effetti che, sempre a mio avviso, oggi come oggi, sono il prodotto di una politica che ha cancellato la modestia, il rispetto della persona che ti sta accanto, l’assoluto disinteresse per chi non conta, facendo altresì consolidare nell’immaginario collettivo la convinzione di essere ad immagine e somiglianza di certi personaggi che le varie televisioni ci propinano ogni giorno attraverso fiction fasulle, commerciali, teatrali secondo cui tutto è bello, tutto è facile, tutto è possibile, realtà che, appunto perché fasulla, finisce per alimentare un contesto sociale deviato, litigioso e talvolta anche violento a tutto svantaggio pertanto di una sana e rispettosa convivenza fra persone.

La politica, in questo contesto, ha grandi responsabilità in quanto essa, anziché promuovere le condizioni per alimentare un benessere psico-fisico della gente, offre invece spettacoli indecorosi, quasi sempre basati sull’insano principio della foresta “mors tua vita mea”, ingenerando gradualmente tutti i santi giorni un clima di astio, di divisione, di conflittualità civile, in coloro che si attendono invece dalla medesima un minimo di serenità per poter lavorare, per esprimere i propri sentimenti, per formare una famiglia e quant’altro.
Gli spettacoli davvero osceni di questi giorni a cui abbiamo assistito in televisione fra vari “big” della politica ne costituiscono purtroppo una penosa conferma da cui, di certo, non c’è niente da imparare. Anche il cosiddetto Lodo Alfano, tanto per dire la prima cosa ridicola ed illegale che mi viene ora in mente, lodo che dapprima voleva proteggere cinque persone, poi quattro, poi tre, ora due, e successivamente respinto dal capo dello Stato dicendo che non lo vuole per sé lasciando così lo spazio per una carica dello stato soltanto, ingenera una evento comico dei più strani: la comicità nasce dal fatto che ora non sarà possibile, anche per..chiamiamola coerenza, farlo valere solo per il secondo… delle più alte cariche dello Stato. Ed allora ? Allora tutto ciò si potrà definire tout court come “barzelletta” tutta italiana. A meno che qualcuno non abbia pensato in anticipo di proteggersi ove avesse a materializzarsi – ahimé – la condizione di salire al Colle.

Domanda: “ Fino a quando gli Italiani dovranno continuare a vivere con questo clima politico ?”
L’attuale amministratore delegato. della Fiat ha detto che andremmo tutti meglio se non ci fosse l’Italia. A questa sua enunciazione, sempre a mio modo di ragionare, andrebbe aggiunto che
” l’Italia è stata fatta così da chi attualmente ci governa… prima non era proprio così con Prodi; anzi nel governo Prodi l’Italia stava risalendo la china, sia come debito pubblico che come inflazione ”.

Speriamo di non diventare… Grecia, da cui non siamo poi tanto lontani, in quanto la crisi è in aumento ed il debito pubblico non sarà più risanabile. Ed allora, ancora ? Qui potrebbe stare il punto di non ritorno, di cui a titolo.
ARNALDO DE PORTI

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