Per non dimenticare: intervista al col.Luzzi sui militari fucilati a Kos

Il col. Luzzi con il suo libro-testimonianza a piazza Sintagma presso il milite ignoto a onore delle vittime di tutte le guerre.

Abbiamo incontrato il col. Pietro Liuzzi nella hall di un albergo ateniese. Puntuale all`appuntamento, ci aspettava sulla porta e, come se ci avesse da sempre conosciuti, ci ha accolti e fatti accomodare , mostrando subito grande disponibilità. La nostra è stata una chiacchierata cordiale, tanto che l`ora a disposizione è volata via , senza che ce ne accorgessimo. L`impressione finale è stata quella di aver parlato con una persona che abbina la schiettezza a una grande forza di volontà. Ma ecco cosa abbiamo detto:

Colonnello, com`è nato il suo interesse per la vicenda dei militari fucilati a Kos nel `43?
-Cominciai a interessarmene nel 2005, quando lessi sul quotidiano 'Corriere della Sera’ la lettera di una signora che chiedeva notizie sui militari fucilati a Kos e di cui non si sapeva più nulla. Contattai la signora e, piano piano, venni a conoscenza di una storia che divenne parallela a molte altre che ascoltai da altre persone, per lo più familiari delle vittime. Mi appassionai all`accaduto e raccolsi le testimonianze partendo dai documenti che, nella loro nudità, evidenziavano quello che era successo a Kos. Nacque così, nel 2008, “Kos, una tragedia dimenticata”. In questo libro trasferii anche le mie considerazioni ed emozioni.

Perchè ha voluto pubblicare quei documenti?
-L`ho fatto con un unico intento: ripristinare l` onore di quei militari che credevano ancora nella vittoria e si riconoscevano nel re, simbolo della Patria, quando questi li aveva ,ormai, abbandonati al loro destino.
Libri e film sulle vicende della seconda guerra mondiale in Grecia, come ‘Il Mandolino del Capitano Corelli’, hanno avuto un ruolo particolare nello stimolare le sue ricerche?
-No, assolutamente. E` assurdo pensare ai militari italiani che suonavano il mandolino o che stavano sotto le armi come in vacanza. Tutto questo rientra in clichè e pregiudizi che poco hanno a che vedere con fatti e persone reali. Non hanno nemmeno sollecitato l`opinione pubblica a saperne di più sulle vicende di Cefalonia e Kos. Il primo a manifestare vero interesse fu il presidente Pertini, che si recò sul posto, a Cefalonia. Questo atto importante fu ripetuto dai presidenti Ciampi e poi Napolitano. Purtroppo. l`attenzione fu limitata solo a Cefalonia, mentre su Kos mancava qualunque informazione. Non si conosceva la portata degli eventi anche a causa del famoso ” Armadio della Vergogna “, ne` alcuna iniziativa era stata avviata per ritrovare i corpi dei 37 ufficiali dispersi. Solo di 66 ufficiali, ritrovati per iniziativa di alcuni italiani prresenti a Kos, i corpi furono trasferiti nel Sacrario Militare di Bari nel 1954.
Lei pensa che i resti dei 37 che si trovano ancora a Kos potranno finalmente rientrare in Patria?
-Finalmente e` stata avviata dalle autorita` italiane una indagine conoscitiva per arrivare all`identificazione di queste altre fosse.
Ma perchè quei militari furono fucilati?
-Con la firma dell` armistizio, i tedeschi li considerarono traditori. Si trovarono, così, ad avere poche possibilità di scelta: passare ai tedeschi e, quindi, perdere l`onore militare , o non arrendersi rimanendo fedeli al giuramento e andare incontro alla fucilazione. Scelsero di morire a testa alta.
A cosa penserà quando sentirà i rintocchi della campana della memoria?
Gli occhi del colonnello si riempiono di lacrime. Anche noi siamo commossi.
-Sarà un momento molto forte, ci dice.
I giovani, oggi, cosa potrebbero imparare dalla conoscenza di questi fatti?
-Troppo spesso la loro attenzione è deviata dai richiami della società moderna, futili e privi di valori. Il senso critico, la certezza che la storia insegna veramente tanto, la coscienza di sè e delle proprie radici, possono essere alcuni degli insegnamenti che possono trarre da questa vicenda.
Che cos`è per lei la giustizia?
Sorride… -La giustizia degli uomini è quella che è, mentre bisogna credere in quella con la G maiuscola. E con la commemorazione dei fucilati di Kos, oggi, ne abbiamo finalmente un esempio.
Grazie ,

intervista di Claudia Capone, fotografie di Manolo Cassimatis.

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