Cosentino, la Camera nega l’uso delle intercettazioni

Con il voto segreto negato l'uso delle intercettazioni con 308 sì e 285 no. Franceschini: “mancano 15 voti, fatto gravissimo”. Bossa: “Applausi in Aula a Cosentino, un simbolo triste della casta che difende se stessa”

L'aula della Camera ha respinto la richiesta di autorizzazione all'uso delle intercettazioni che riguardano Nicola Cosentino, parlamentare e coordinatore del Pdl in Campania, ex Sottosegretario all’economia dell’attuale governo. Gli ascolti dei nastri quindi non potranno essere utilizzati per le indagini sui suoi collegamenti con la camorra. I sì per respingere la richiesta sono stati 308, i no 285. A votare no sono stati Pd, Idv, Fli, Udc e Api. A votare sì sono stati Pdl e Lega.

“Mancano circa 15 voti. E' un fatto gravissimo” ha dichiarato a caldo il capogruppo dei Democratici Dario Franceschini, dopo il voto che ha impedito l'uso delle intercettazioni per Nicola Cosentino.
“La richiesta di voto segreto da parte del Pdl parla da sola – osserva Franceschini- oltre a questo, costituisce un fatto gravissimo che manchino circa 15 voti, contando la differenza tra la somma di quelli che avevano annunciato di votare a favore dell'uso delle intercettazioni e il voto effettivo. Chi lo ha fatto si assume una grave responsabilitá personale e politica, sta ostacolando l'azione della magistratura nella lotta alla criminalità organizzata,”.
Franceschini aggiunge: “Su una cosa posso assicurare tutti: nessuno del Pd ha votato contro l'uso delle intercettazioni”.

Luisa Bossa, deputata Pd, componente della Commissione antimafia, ha commentato con rammarico, subito dopo il voto, l’ovazione che ha accolto, alla Camera dei deputati, il risultato con cui si è negato l’uso delle intercettazioni nel procedimento giudiziario a carico di Nicola Cosentino.

“Che tristezza quegli applausi a favore di Cosentino, un simbolo della casta che difende se stessa. In un Paese normale – ha dichiarato la democratica Bossa – se un uomo pubblico viene coinvolto in una inchiesta penale con l’accusa di connivenza con la criminalità organizzata, si dimette da tutti gli incarichi e va a difendersi nelle sedi giudiziarie. In Italia, invece, Cosentino rimane deputato per mettersi al riparo dall’arresto, rimane coordinatore del Pdl in Campania per continuare a gestire un potere, e la Camera nega l’autorizzazione all’uso delle intercettazioni nel procedimento penale, provando ad ostacolare l’azione dei magistrati e, quindi, l’accertamento della verità. Se Cosentino non ha nulla da nascondere perché negare l’uso delle intercettazioni? Se si ha la coscienza pulita perché non sottoporsi totalmente all’azione giudiziaria?”.

Questa mattina il Gruppo alla Camera, Futuro e Libertà ha sciolto il nodo su come esprimersi sul voto: il responso è stato di votare in materia compatta un si all’autorizzazione ad usare le intercettazione insieme alle opposizioni, nonostante fino a ieri i finiani apparissero divisi sul da farsi.

Il Pdl invece ha deciso per il ‘voto segreto’, sicuramente non per lasciare libertà di coscienza nel merito della questione, piuttosto perché un voto palese di Fli con il Pd, l’Italia dei Valori e l’Udc, avrebbe minato l’immagine politica della maggioranza.

Cosentino ha mantenuto nei giorni scorsi un’apparente tranquillità, dichiarando ancora, alla luce dei fatti che le ‘le intercettazioni che lo riguardano risultano irrelevanti’. “Non ho detto che sono d’accordo – ha spiegato il deputato del Pdl – ma chiederò all'Aula di valutare liberamente”.

Ovunque si è parlato del voto come di un ‘test anticipato’ sulla tenuta della maggioranza di governo, rispetto al voto sui cinque punti che Silvio Berlusconi illustrerà il 28 alla Camera e il 30 al Senato. La maggioranza matematica di 316 deputati non è stata raggiunta.

In allegato i nostri articoli che raccontano i coinvolgimenti giudiziari che hanno portato Nicola Cosentino alle dimissioni da Sottosegretario all'economia:

Se la P3 si mangia il Pdl

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