Il 2 Ottobre portiamo in piazza le nostre idee

Autore Rudi Russo

In alcuni italiani le idee e le visioni politiche sono più vivide che in altri. In alcuni, difatti, queste sono maggiormente forgiate dall'insegnamento costituzionale, maggiormente segnate dalla storia della Resistenza antifascista, maggiormente debitrici del sacrificio di chi ha combattuto la mafia, sono memori delle lotte per i diritti dei lavoratori e più tenaci nel difendere la libertà d'espressione. Sono anche maggiormente impermeabili, fortunatamente, al regime videocratico col quale s'intende governare l'Italia. E la Costituzione, la Resistenza, l'Antimafia, lo Statuto dei Lavoratori, e le libertà costituzionali, invero, possono essere salvate dall'oblio culturale del berlusconismo solo da queste persone.

La dignità del Popolo Viola, che ha convocato a Roma il secondo “No B-day”, si connota a mio avviso di questa vividezza e autorevolezza. Vi riconosco infatti un familiare atteggiamento stoico in difesa delle istituzioni democratiche, tale che al lancio dell'iniziativa non ho potuto che rispondere “saremo con voi!”. Sono difatti convinto che al “No B-day 2” ci saranno tantissime presenze culturalmente ingombranti per questo Governo, intendo quelle di tanti liberi cittadini dotati di forte senso civico e precisa cognizione democratica.

Il 2 Ottobre confido che nasca dalla piazza, oltre allo sdegno di sedici anni di tubo catodico e berlusconismo, anni di “ciarpame senza pudore” e “squallide consorterie”, una vera battaglia delle idee. Per rilanciare così, insieme a tutte le forze della società civile, la corsa alla riconquista democratica del Paese, fondata su coraggiosi progetti riformisti (che in Italia paradossalmente significa perseguire l'attuazione della Costituzione!). E' un appello anche ai miei coetanei ad essere presenti, a siglare così un patto generazionale per guarire l'Italia dai mille mali che l'avversano, per creare un solido fronte che promuova a propri rappresentanti i migliori talenti che la società civile esprimere, per opporsi con decisione all'odioso “governo dei peggiori”.

In quella piazza ci saranno perciò, insieme agli altri, anche i desideri di emancipazione che questo governo nega alla mia generazione. Sono i desideri legittimi di avere accesso ad una istruzione pubblica di qualità, di non essere schiavi del lavoro precario, di avere pari opportunità di accedere alle professioni, agli incarichi della pubblica amministrazione e alle cariche elettive. Di essere liberi di poter contribuire al progresso del proprio paese anche da ricercatori senza dover fuggire altrove, liberi di vivere in un ambiente sano, liberi dalle mafie. Liberi di poter sognare l'acquisto di una casa e, magari, sorprendersi che nel pensare a farsi una famiglia non si viene colti da un profondo senso d'ansia e inadeguatezza, come invece oggi accade. Insomma, dare una scossa democratica al Paese e accendere l'ascensore della mobilità sociale!

Chiediamo perciò le dimissioni di Berlusconi e di questo Governo, che non si occupa ne di noi ne di altri, ma non ci basta: chiediamo anche una nuova legge elettorale che porti in Parlamento solo veri rappresentanti del popolo (e non più i servitori del principe!) per perseguire, finalmente, solo gli interessi della collettività. E si sappia, che a noi non sono mai servite le immunità dai processi penali, le “leggi bavaglio” per evitare d'essere intercettati o per limitare il diritto di cronaca della stampa, come non ci serve zittire il web. Non ci è servito resistere alla sentenze europee contro Rete 4 (che non guardiamo!), ne ottenere scudi fiscali per patrimoni all'estero che non possediamo, tanto meno è stato utile condonare abusi edilizi che non abbiamo commesso. Non ci aiuta sicuramente intralciare il lavoro della Magistratura mentre cerca di smantellare le cricche, ne ci da sfogo chiamare “comunisti” i membri della Corte Costituzionale e, peggio, non ci risulta motivo di vanto avere membri dell'Esecutivo inquisiti.

Tutto questo ci è estraneo, come è estraneo a tutti coloro che hanno perso o stanno perdendo il lavoro in questo anno terribile, estraneo ai piccoli imprenditori sotto lo scacco delle banche, ai dipendenti della pubblica amministrazione che giornalmente fronteggiano penurie di mezzi e personale, estraneo ai pensionati che campano con meno di 500 euro al mese, estraneo, decisamente, al crescente numero di persone che compongono le file davanti gli empori della Caritas. Questo Governo è estraneo a molti e familiare a pochissimi.

Per reagire, però, serve una scossa, una scintilla che riaccenda la fiducia di poter costruire un'alternativa. Essa può scaturire solo da una iniezione di democrazia diretta, e la piazza questo lo sa fare. Per questo noi ci saremo.

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