Gesù vestiva come tutti: tunica e mantello

Vincenzo Cerami, su l'Unità del 15 agosto, auspica che “a tutti i preti del mondo sia vietato di indossare altro che la tonaca. Non servirà certo a scoraggiare i duri e puri indemoniati dell'eros, ma farà da margine all'espansione delle mille, piccole depravazioni quotidiane”. A me pare un'ingenuità. L'obbligo della tonaca nel passato ha forse impedito a preti, vescovi cardinali ed anche a papi di combinarne di tutti i colori? Ed aggiunge: “Il cattolicesimo, come altre religioni, vive di simboli, di riti, di castità, di valori fondanti e irrinunciabili, di fedeltà alla dottrina, di rigorosa obbedienza alle regole sacerdotali”. Ed è proprio questo il guaio: le regole. Dare eccessiva importanza ai riti, ai simboli, alle regole, è un errore: “Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato!” (Cf Mc 2, 23 – 28). Il simpatico scrittore continua: “La tonaca, alla semplice vista, ci trasmette tutto questo: molto spirito e poca carne”. E' proprio qui sta il diabolico inganno: vedere lo spirito nella tonaca, anziché negli occhi, nel modo di parlare, nel modo di agire. E conclude: “Un prete che sostituisce la tonaca con un abito comune è come se rinunciasse allo spirito”. Esagerazione! Abiti comuni vestivano i primi sacerdoti di Gesù, gli apostoli, e lo stesso loro Maestro vestiva come tutti: tunica e mantello. Per imitare gli apostoli, non va bene la tonaca (tunica),giacché non è oggiAggiungi un appuntamento per oggi vestito comune.

Renato Pierri

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