Lega Nord, il mondo alla rovescia

di Alfredo Castiglione

Strano paese l’Italia. C’è un Sud della penisola che verte in condizioni difficoltose dalla nascita della Repubblica. In cui vivono tanti cittadini onesti vittime di una criminalità organizzata, che mette le sue radici a ritroso nei secoli, ed in cui impera un malcostume che vede pezzi di politica, e a volte di istituzioni deviate, alleati in patti oscuri. Dall’altra parte c’è un Nord che corrisponde a quella zona del paese la quale in sessant’anni, ha usufruito maggiormente della costruzione di strutture e infrastrutture, a volte ciclopiche. E che, per alcuni decenni, ha utilizzato manodopera proveniente dal Sud, che si è prestata a fare tutti i lavori a bassissimo costo.
Ebbene, in tale contesto, ci si aspetterebbe la nascita di un movimento dei meno agiati, che rivendicasse un proprio riscatto territoriale. Invece succede il contrario, cioè che il movimento lo creano i più ricchi e privilegiati. Quelli con le autostrade più ramificate, con i mirabili trafori, con i porti e gli aeroporti più organizzati, con le strade agevoli per raggiungere ogni dove. Quell’Italia che, a qualunque occhio straniero, sembrerebbe costruita con una mano diversa, più sapiente e munifica.
Insomma, doveva nascere una Lega Sud, invece è nata una Lega Nord. Ecco perché all’estero noi italiani siamo considerati surreali.
E al Sud si continua a vivere nel clima che Ignazio Silone ebbe a descrivere mirabilmente in Fontamara. Parlo dei cittadini che si alzano la mattina e vanno a lavorare su strade che somigliano a mulattiere, inerpicandosi per i paesi degli Appennini.
Già, la dorsale appenninica, quella delle comunità che stanno morendo o sono morte per mancanze di risorse.
Bisogna conoscere gli Appennini, per avere un’idea fondata del Meridione d’Italia. Spingersi all’interno, nei paesi in cui sino alla fine degli anni ‘60 non si poteva acquistare la lavatrice, perché non c’era l’acqua corrente.
La Lega Sud, non esiste, perché per il Sud la durezza della vita e la mancanza di prospettive, è subita come dato genetico. E tutto questo in quanto la popolazione è stata governata da potenti dominazione straniere, quindi poco inclini a diritti e compromessi, se non a vessazioni continue. Indi, una popolazione abituata ad obbedire e a non lamentarsi.
Secoli di stratificazioni di costume, che sono difficili da eliminare.
Chi parla per interessi di parte, e chi non avverte il dramma, è a digiuno della cognizione storica, prima che della storia. Non ha una metodologia d’approccio e quindi estrapola dati senza cognizione di causa, prendendo quelli più favorevoli alle proprie idee.
Si parla di Sud, riferendosi a grandi aree metropolitane, oppure a zone in cui la criminalità ha creato un anti-stato, magari dei luoghi famosi per i sequestri, o dei posti dove la Cassa del Mezzogiorno ha cercato di creare sviluppo ed ha fallito. Ma non si parla, perché anonimi, di altri luoghi, di altre situazioni, di altri posti praticamente irraggiungibili.
La commissione Pica, agli albori dell’Unita’ d’Italia, fornì uno spaccato encomiabile del Sud. Gli indaganti si erano spinti nei posti più impensabili per descriverne la situazione, e per chi voleva intendere, c’era ampia materia.
È colpa dei cittadini del Mezzogiorno se non si è dati equamente delle strutture per permettere lo sviluppo?
Se proprio doveva nascere una Lega, questa sarebbe dovuta partire dal Sud, per ripianare le attenzioni destinate ad altra parte del paese. E invece è nata una Lega Nord.
E gli autori di questo dramma, sono tutti italiani.

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