Quattro domande con “porcata” a Tremonti

La scorsa settimana il Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, si è degnato di venire in Commissione Bilancio per la replica alla discussione generale sulla “manovra economica”. In realtà ha voluto solo ribadire che tutto era concordato a livello europeo e che la manovra era blindata, per cui il governo avrebbe posto la fiducia sul testo approvato al Senato. Gli ho posto 4 domande e con una certa mia sorpresa ha risposto (si fa per dire!) Ecco il testo dei resoconti che, trattandosi di lavoro in commissione, sono solo riassuntivi. In rosso ho aggiunto le mie osservazioni.

Le 4 domande di
Antonio BORGHESI (IdV)
Chiede al Ministro per quale ragione il Governo abbia adottato una manovra recessiva e depressiva, che non prevede nulla per la
crescita, ricordando come il suo gruppo abbia predisposto una manovra alternativa che, attraverso una serie di riduzioni di spesa, libera risorse nella misura di 8 miliardi annui in favore dei lavoratori dipendenti
e dei pensionati, destinate ad alimentare la domanda interna, nonché
risorse pari a 9 miliardi annui per la riduzione delle tasse, ed in particolare dell’IRAP, a beneficio delle piccole e medie imprese.
Osserva, quindi, come senza tagli delle tasse non si possa parlare di crescita e come la manovra sia a carico delle solite categorie: lavoratori dipendenti, pensionati e microimprese. Rileva, inoltre, che la
relazione tecnica evidenzia interventi di riduzione della spesa in materia di scuola, sanità, pensioni, trattamenti di fine rapporto ed enti territoriali. Il suo gruppo rifiuta pertanto un provvedimento che continua a mettere le mani nelle tasche degli stessi italiani, riduce i servizi degli enti territoriali ed è fondamentalmente privo di equità. La manovra, invece, non tocca i soggetti che non hanno mai pagato e non chiede un contributo di solidarietà a chi ha illegittimamente esportato capitali
all’estero. Si chiede, inoltre, perché non vengano proposti tagli alla politica ed alla casta, non vengano toccate le province e le auto blu che, secondo il Ministro Brunetta, hanno un costo di 4 miliardi l’anno. Si chiede, inoltre, perché infilare a tradimento [lin realtà ho parlato di “una porcata”]nel testo blindato della manovra una norma che salva gli autori dei reati fallimentari e di bancarotta e della quale non si capisce chi siano i destinatari. Si augura, conclusivamente, che il Ministro
fornisca al riguardo risposte precise e non generiche come quelle rese al deputato Baretta sulle questioni europee, rilevando come la manovra si basi, tra l’altro, su entrate incerte e individui dei mezzi di copertura che il Governo e la maggioranza hanno ritenuto inidonei quando sono stati anche di recente utilizzati da emendamenti delle opposizioni.
La risposta di
Giulio TREMONTI
Per quanto attiene alle osservazioni dell’onorevole Borghesi in ordine alla disciplina dei reati fallimentari, nel sottolineare come i toni utilizzati
non siano adeguati alla dignità delle aule parlamentari [immagino invece che lo siano i suoi amici di governo Scajola, Brancher, Fitto, Cosentino, Caliendo nonché tutti i parlmentari del suo partito condannati per corruzione o mafia] , evidenzia che la causa di esclusione della punibilità si applicherà ai futuri reati [ anche uno studente del primo anno di giurisprudenza sa che la norma penale se più favorevole all’imputato si applica retroattivamente] e che le modifiche introdotte sono state condivise nel corso dell’esame presso l’alto ramo del Parlamento anche da gruppi di opposizione [certamente non Idv]. Per quanto attiene poi alla proposta di legge contenente una manovra alternativa, presentata dal gruppo dell’Italia dei Valori, evidenzia come gli interventi in essa previsti siano estremamente disomogenei e
non apportino la necessaria correzione agli andamenti della finanza pubblica [in realtà la manovra Idv prevede in due anni 34 miliardi di euro di riduzione del debito pubblico anziché 25 come quella del governo], dal momento che le maggiori risorse reperite vengono destinate a una pluralità di finalità di spesa[ in realtà la manovra Idv non prevede spese ma il taglio di 8 miliardi di euro di tasse alle famiglie e di 9 miliardi di euro di tasse alle piccole e medie imprese]. In ogni caso, con riferimento alle misure relative al contenimento dei costi della politica, rileva che misure volte a colpire gli organi rappresentativi dei piccoli comuni non determinano significativi risparmi di spesa, ma rischiano di danneggiare sensibilmente soggetti che assicurano la rappresentanza dei territori[in realtà nella manovra Idv non si riduce la rappresentanza ma si obbligano i piccoli comuni a consorziarsi nella gestione dei servizi in modo da amministrare almeno 15.000 abitanti residenti]. Osserva, comunque, che il decreto-legge in esame contiene importanti misure volte al contenimento dei costi della politica[in realtà non ce ne sono mentre nella manovra Idv si riducono le province, si tagliano le auto blu e si eliminano le pensioni di parlamentari e consiglieri regionali], sottolineando altresì l’esigenza di una più attenta verifica dell’utilizzo delle somme stanziate per il finanziamento pubblico ai partiti politici, che, in taluni casi dei quali si sono occupate le cronache, sono state oggetto di una cattiva gestione [il raffinato Tremonti che si indigna perché ho parlato di porcata, dimostra davvero grande eleganza attaccando Idv per la vicenda “Veltri”, per la quale per l’ennesima volta la Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione]. Ribadisce, poi, ilcarattere eterogeneo delle misure contenute nella manovra alternativa proposta dal Gruppo dell’Italia dei Valori, osservando come proposte di analogo tenore non siano state presentate in nessun paese dell’Unione europea e sottolineando come gli interventi proposti non presentino una logica sistematica e non consentano di raggiungere gli obiettivi di finanza pubblica necessari nell’attuale contesto economico [mi pare evidente che non solo non la ha letta, ma non ha neppure la più pallida idea del suo contenuto].

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